Dibattito sullo Stato dell'Unione 2016 

Comunicati stampa 
 
 

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Il Presidente della Commissione europea Juncker ha tenuto il suo secondo discorso sullo Stato dell'Unione al Parlamento europeo  

Il populismo, la disoccupazione, l'ineguaglianza sociale rappresentano alcune fra le sfide fondamentali per l'UE, ha detto il Presidente della Commissione Juncker nel suo discorso annuale sullo Stato dell’Unione, mercoledì dinanzi al Parlamento europeo. La crisi dei rifugiati, la Brexit e la lotta al terrorismo sono stati altri temi discussi con i leader dei gruppi politici e gli altri deputati, i quali hanno espresso le loro idee su come affrontare le preoccupazioni dei cittadini per il futuro.

Il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, prima di dare la parola al Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, ha ricordato che il dibattito sullo Stato dell'Unione rappresenta un momento molto importante nel lavoro del Parlamento, specialmente in tempi in cui potremmo essere testimoni di cambiamenti fondamentali e a solo due giorni dal Vertice di Bratislava.

 

Il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha iniziato il suo discorso elencando le principali sfide che l’UE si trova ad affrontare oggi: frammentazione, populismo, disoccupazione e ineguaglianza sociale. "Il populismo non risolve i problemi, ma li crea", ha sottolineato. Per quanto riguarda la Brexit, ha dichiarato che "pur rammaricandoci, noi rispettiamo la decisione presa dal Regno Unito, ma l’UE in quanto tale non è a rischio. Saremmo felici di ricevere la richiesta che permetterebbe alla Brexit di essere quanto prima effettiva". Le nuove relazioni con il Regno Unito non includeranno un accesso "à la carte" al mercato unico.


Juncker ha poi citato altre sfide che l'Europa deve affrontare: rapida ratifica dell'accordo sul cambiamento climatico, ulteriori accordi di libero scambio con Paesi terzi, come CETA, protezione dei dati, lotta contro l'evasione fiscale, costruzione di un’Unione dei capitale, accesso a internet ad alta velocità e maggiori investimenti per la creazione di posti di lavoro. Ha inoltre annunciato che l'importo del Fondo europeo di investimento strategico sarà raddoppiato.


Per quanto riguarda la crisi dei rifugiati ha dichiarato che "abbiamo iniziato a vedere solidarietà, ma bisogna fare di più". Ha proposto la creazione di un corpo europeo di solidarietà composto da volontari e di un nuovo piano di investimenti per l'Africa. Per la lotta al terrorismo, ha sottolineato la necessità di intensificare lo scambio di informazioni tra le autorità di polizia nazionali e proposto, tra l'altro, il rafforzamento di Europol. In conclusione, ha annunciato una proposta per un Fondo europeo per la difesa.


Leader dei gruppi politici (cliccare sul nome per l’intervento integrale)


Il leader del gruppo PPE Manfred Weber (DE), ha evidenziato che molti giovani europei che quest’estate hanno viaggiato attraverso l'Europa utilizzando il pass InterRail sono pro-EU. "Per la gioventù europea, Europa significa un futuro migliore" ha dichiarato. Ha aggiunto che “la Turchia rappresenta un partner importante, ma non potrebbe diventare un membro dell’UE a pieno titolo." Ha quindi concluso ricordando che "la gente in Europa non desidera un'Europa divisa, esige soluzioni".


Il leader del gruppo S&D Gianni Pittella (IT) ha innanzitutto ringraziato Juncker per le risposte positive alle proposte del suo gruppo su crescita sostenibile, piano di investimenti, posti di lavoro e lotta contro l'evasione fiscale. Il discorso di Juncker è stato "consapevole e responsabile", ha proseguito, accogliendo la flessibilità e la mancanza di riferimenti all’austerità. Per quanto riguarda la Brexit ha sottolineato la necessità per l’UE di reagire, dopo che il Primo ministro britannico Theresa May ha tenuto l'Unione europea "in scacco" per i tre mesi.


Per il gruppo ECR, Syed Kamall (UK) ha dichiarato che "più Europa, più integrazione militare e più debiti" hanno separato i cittadini comunitari". “Respingere le legittime preoccupazioni della gente, spingerà gli elettori verso forze politiche radicali", ha previsto, suggerendo che "l’UE potrebbe fare di meno, ma meglio [...] per rispondere ai nuovi segnali, varare riforme significative che ci aiutino a competere e fornire opportunità per i nostri cittadini nel mondo globalizzato".


Il leader del gruppo ALDE Guy Verhofstadt (BE) ha dichiarato che vi è una spaccatura generazionale in Europa, con i più giovani in favore e i più anziani tra gli scettici. "I populisti predicano un falso senso di sicurezza, con muri e recinzioni come soluzione di tutti i problemi, ma come si fa a tenere fuori dal vostro Paese il cambiamento climatico o i terroristi? Con le recinzioni o con le politiche europee?" ha chiesto, aggiungendo che "l'Europa è la cura per il cancro del nazionalismo" e che la Brexit rappresenta un'opportunità per l'Europa.


"Sono sempre i cittadini a essere gravati dai debiti", ha dichiarato Gabriele Zimmer (GUE/NGL, DE). "Continuiamo a parlare di flessibilità e di posti di lavoro, ma come possono crederci i cittadini?" ha chiesto, affermando poi che la priorità dovrebbe essere quella di garantire che i cittadini europei abbiano "posti di lavoro adeguati e luoghi adeguati per vivere". Ha inoltre dichiarato che l'UE deve essere più democratica.


Rebecca Harms (Verdi/ALE, DE) ha sottolineato che l'UE è una risposta ai tempi incerti della globalizzazione e ha chiesto nuove azioni che potrebbero dare ai cittadini "rinnovata fiducia in un nuovo percorso comune europeo". Ha anche invocato un’Unione sul clima e una rapida ratifica dell’accordo sul clima di Parigi.


Il leader del gruppo EFDD, Nigel Farage (UK) ha ribadito di essere contento del voto del Regno Unito per l’uscita dall’UE. Ha poi predetto una rapida crescita dei partiti d’opposizione in Europa, affermando che "non potrete fermare i Paesi dell'Europa orientale che dicono no alla politica della Merkel sui rifugiati" e che ci potrebbero essere altri referendum in Europa.


Per Marine Le Pen (ENF, FR) il discorso di Jean-Claude Juncker è stato "insipido e errato", praticamente "un funerale dell'UE". "La Brexit ha davvero sfatato un tabù, dimostrando che si può lasciare l'UE e venirne fuori meglio" ha aggiunto. Rispondendo ad una domanda, ha dichiarato che proporrà un referendum sulla “Frexit”, qualora fosse eletta Presidente della Francia nel 2017.


Diane Dodds, deputato non iscritto del Regno Unito, spera che dopo la Brexit "l’UE e il Regno Unito possano definire e costruire nuove relazioni reciprocamente vantaggiose".


Presidenza slovacca


L'Unione europea si trova ad affrontare sfide senza precedenti, ma prima di tutto deve combattere l'incertezza, ha sottolineato Ivan Korčok, Segretario di Stato del Ministero degli affari esteri ed europei slovacco. Il Vertice di Bratislava del 16 settembre sarà "l'occasione per una discussione franca e aperta" in seguito al referendum del Regno Unito e "darà il via a un processo" per trovare "un terreno comune" su "migrazione, sicurezza interna ed esterna".


Interventi dei deputati italiani (cliccare sul nome per l’intervento integrale)

 

Laura Ferrara (EFDD) ha detto che “l’Europa di cui il Presidente Juncker ci ha parlato è distante dall’Europa attuale (...). Non garantisce crescita economica a tutti gli Stati membri”. Le lobby condizionano i processi decisionali, smantellano le conquiste dello Stato sociale, determinano povertà, accrescono diseguaglianze sociali e creano difficoltà al mercato del lavoro, ha concluso.


Matteo Salvini (ENF) ha parlato di “un’ennesima farsa, le ennesime parole al vento”, in riferimento al discorso di Juncker. Salvini ha poi detto che il problema non è il populismo, ma i 3.000 morti nel Mediterraneo e i 26 milioni di disoccupati. “Il vero problema per 500 milioni di europei è rappresentato dal terrorismo islamico che voi state finanziando e alimentando con le folli sanzioni contro la Russia, con l’accordo con la Turchia che in cambio non ci dà nulla”, ha detto.


Lorenzo Cesa (PPE), rivolgendosi a Juncker, ha dichiarato “le sue parole ci fanno intravedere una luce dopo una lunga crisi. Veniamo da un no secco all’UE da parte di un grande Stato da cui ci aspettiamo e chiediamo responsabilità”. Cesa ha poi chiesto alla Commissione e al Consiglio “un salto di qualità su quattro priorità: sicurezza, immigrazione, lotta alla disoccupazione soprattutto quella giovanile e tutela del risparmio”.


Patrizia Toia (S&D) ha detto che dalle scelte che saranno effettuate in questo preciso momento storico, si capirà “se l’Europa avrà saputo rinascere o avrà imboccato l’inesorabile via della dissoluzione”. Ha poi sottolineato che ci sono due priorità che l’UE deve affrontare: una maggiore equità fiscale e l’equità sociale, attraverso il sussidio UE per i disoccupati proposto dal ministro Padoan. “Facciamo diventare questa proposta una nuova stella della politica europea”, ha concluso.


Replica del Presidente della Commissione

 

Il Presidente della Commissione Juncker, rispondendo ai deputati, ha spiegato che sono in corso intensi negoziati con la Turchia sulla liberalizzazione dei visti, ma che tutte le condizioni devono essere soddisfatte prima che diventi realtà. La legislazione sul terrorismo, per esempio, deve essere cambiate. Per quanto riguarda il pilastro sociale, la Commissione sta attualmente preparando una consultazione pubblica.


Le registrazioni video degli interventi di ogni oratore sono disponibili qui.