RELAZIONE verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa

24.6.2015 - (2014/2149(INI))

Commissione per la cultura e l'istruzione
Relatore: Mircea Diaconu

Procedura : 2014/2149(INI)
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A8-0207/2015
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa

(2014/2149(INI))

Il Parlamento europeo,

      visto il preambolo del trattato sull'Unione europea e in particolare l'articolo 3, paragrafo 3, secondo il quale i firmatari traggono "ispirazione dalle eredità culturali, religiose e umanistiche dell'Europa",

      visto l'articolo 167 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

      vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare l'articolo 22,

      vista la Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, adottata dall'UNESCO il 20 ottobre 2005,

      visto il regolamento (UE) n. 1295/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2013, che istituisce il programma Europa creativa (2014-2020) e che abroga le decisioni n. 1718/2006/CE, n. 1855/2006/CE e n. 1041/2009/CE[1],

      visto il regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca nonché disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio,[2]

      visto il regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti l'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006,[3]

      visto il regolamento (UE) n. 1291/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) - Orizzonte 2020 e abroga la decisione n. 1982/2006/CE,[4]

      vista la direttiva 2014/60/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15  maggio 2014, relativa alla restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro e che modifica il regolamento (UE) n. 1024/2012 (Rifusione),[5]

      vista la direttiva 2013/37/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, che modifica la direttiva 2003/98/CE relativa al riutilizzo dell'informazione del settore pubblico,[6]

      vista la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società (Convenzione di Faro) del 13 ottobre 2005,[7]

      viste le conclusioni del Consiglio del 21 maggio 2014 sul patrimonio culturale come risorsa strategica per un'Europa sostenibile,[8]

–       viste le conclusioni del Consiglio del 25 novembre 2014 sulla governance partecipativa del patrimonio culturale, sul piano di lavoro per la cultura 2015-2018 e sull'Anno europeo del patrimonio culturale[9],

      vista la raccomandazione 2011/711/UE della Commissione, del 27 ottobre 2011, sulla digitalizzazione e l'accessibilità in rete dei materiali culturali e sulla conservazione digitale,[10]

      vista la comunicazione della Commissione del 26 novembre 2014 dal titolo "Un piano di investimenti per l'Europa" (COM(2014)0903),

      vista la comunicazione della Commissione del 22 luglio 2014 dal titolo "Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa" (COM(2014)0477),

      visto il parere del Comitato delle regioni del novembre 2014 sulla comunicazione della Commissione "Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa",

      visto l'articolo 52 del suo regolamento,

      visti la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione e i pareri della commissione per i trasporti e il turismo e della commissione per lo sviluppo regionale (A8-0207/2015),

A.     considerando che la cultura e il patrimonio culturale sono risorse condivise nonché beni e valori comuni che non possono essere soggetti ad uso esclusivo e che il loro pieno potenziale ai fini dello sviluppo umano, sociale ed economico sostenibile deve ancora essere pienamente riconosciuto e adeguatamente sfruttato, sia a livello di strategie UE che di obiettivi di sviluppo dell'ONU post-2015;

B.     considerando che, nel processo decisionale, occorre tener conto dei molteplici impatti della cultura nelle società;

C.     considerando che il patrimonio culturale è per sua natura eterogeneo, riflette la diversità e il pluralismo culturali e linguistici e interessa lo sviluppo regionale, la coesione sociale, l'agricoltura, gli affari marittimi, l'ambiente, il turismo, l'istruzione, l'agenda digitale, le relazioni esterne, la cooperazione doganale nonché la ricerca e l'innovazione;

D.     considerando che la promozione della cultura, della diversità culturale e del dialogo interculturale funge da catalizzatore per la cooperazione tra gli Stati membri;

E.     considerando che il potenziamento della diversità culturale e linguistica dell'Unione, la promozione del suo patrimonio culturale e il rafforzamento della competitività dei settori culturali e creativi europei mirano a promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

F.     considerando che le risorse del patrimonio sono attività a lungo termine che contribuiscono allo sviluppo di competenze e della crescita economica, attraverso la promozione del turismo, nonché a creare occupazione;

G.     considerando che i progetti per la valorizzazione del patrimonio culturale rappresentano spesso esempi di attività economiche innovative e sostenibili, in grado di sviluppare le capacità imprenditoriali e di ricerca delle piccole e medie imprese (PMI);

H.     considerando che il patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, svolge un ruolo significativo nella creazione, nella tutela e nella promozione della cultura e dei valori europei e dell'identità nazionale, regionale, locale e individuale nonché dell'identità contemporanea della popolazione dell'Europa;

I.      considerando che le politiche per la manutenzione, il restauro e la conservazione, l'accessibilità e la valorizzazione del patrimonio culturale sono in primo luogo responsabilità nazionali, regionali o locali, ma che il patrimonio culturale ha altresì una chiara dimensione europea ed è direttamente affrontato in diverse politiche dell'UE, comprese quelle concernenti l'agricoltura, l'ambiente, la ricerca e l'innovazione;

J.      considerando che l’articolo 167 TFUE dispone che l'azione dell'Unione contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, "evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune";

K.     considerando che l'articolo 167 TFUE stabilisce che l'azione dell'Unione è intesa a migliorare la conoscenza e la diffusione della cultura e della storia dei popoli europei, a incoraggiare la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, ad appoggiare e integrare l'azione di questi ultimi in materia di conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea;

L.     considerando che il piano di lavoro per la cultura, adottato dal Consiglio il 25 novembre 2014, include il patrimonio come una delle quattro priorità dell'opera dell'UE in materia di cultura per il periodo 2015-2018;

M.    considerando che l'assenza di dati culturali disaggregati per genere, anche nel settore del patrimonio culturale, è un fattore che nasconde i divari e le sfide di genere esistenti ai responsabili e decisori politici;

N.     considerando che l'informazione sulle opportunità di finanziamento attraverso i programmi UE in settori connessi al patrimonio culturale - come lo sviluppo locale e regionale, la cooperazione culturale, la ricerca, l'istruzione, il sostegno alle PMI e alla società civile e il turismo - se disponibile, è frammentata;

O.     considerando che occorrerebbe rafforzare il valore culturale e turistico degli Itinerari culturali del Consiglio d'Europa nel promuovere un patrimonio culturale comune europeo e nello sviluppo di un turismo culturale sostenibile;

P.     considerando che il premio dell'Unione europea per il patrimonio culturale/premio Europa Nostra promuove l'eccellenza, fornisce ispirazione grazie alla "forza dell'esempio" e stimola lo scambio delle migliori pratiche nel settore del patrimonio culturale in tutta Europa;

Q.     considerando che la Carta di Venezia sulla conservazione e il restauro dei monumenti e siti, la Convenzione di Granada per la salvaguardia del patrimonio architettonico d'Europa e la Convenzione della Valletta per la protezione del patrimonio archeologico definiscono chiaramente le norme internazionalmente riconosciute per il restauro del patrimonio culturale e delle opere archeologiche;[11]

Approccio integrato

1.      ritiene di fondamentale importanza utilizzare le risorse disponibili per sostenere, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale, sulla base di un approccio integrato, tenendo conto delle componenti culturali, economiche, sociali, storiche, educative, ambientali e scientifiche;

2.      è del parere che, per quanto concerne il patrimonio culturale, sia necessario un approccio integrato per ottenere il dialogo culturale e la comprensione reciproca; è convinto che tale approccio possa portare al rafforzamento della coesione sociale, economica e territoriale, contribuendo nel contempo anche al raggiungimento degli obiettivi fissati nella strategia Europa 2020;

3.      rivolge alla Commissione, nel contesto dello sviluppo del nuovo approccio integrato al patrimonio culturale, le seguenti raccomandazioni specifiche:

          a) stabilire, in linea con gli attuali metodi di lavoro della Commissione per un'azione intersettoriale e flessibile, un approccio comune al suo interno, attraverso una migliore cooperazione tra i vari settori strategici che si occupano di beni culturali, e riferire al Parlamento sui risultati di questa più stretta cooperazione;

         b) comunicare ai potenziali beneficiari, in modo diretto e accessibile, ad esempio attraverso una piattaforma unica per le informazioni e lo scambio delle migliori pratiche nell'UE, le linee di finanziamento europee esistenti in materia di patrimonio culturale;

         c) designare, preferibilmente per il 2018, un Anno europeo del patrimonio culturale, dotato di un bilancio adeguato, con l'obiettivo, fra l'altro, di diffondere e rafforzare presso le future generazioni la consapevolezza e l'educazione al rispetto dei valori del patrimonio culturale europeo e della sua tutela, e presentare al Parlamento una bozza di programma per l'Anno europeo non oltre il 2016;

         (d) riconoscere, nel suo approccio politico e trasversale, il patrimonio culturale in quanto mobile e immobile, materiale e immateriale nonché come risorsa non rinnovabile la cui autenticità deve essere preservata;

4.      invita a istituire nel prossimo futuro un quadro politico per l'ambiente storico – noto come patrimonio culturale immobile – che contenga un quadro normativo per i monumenti, l'archeologia e i paesaggi storici, in linea con l'articolo 4 TFUE;

5.      promuove l'innovazione creativa contemporanea in architettura e nel design, sulla base del rispetto del passato come pure del presente, garantendo nel contempo elevata qualità e coerenza;

Finanziamento europeo per il patrimonio culturale

6.      prende atto dell'impegno dell'Unione a preservare e valorizzare il patrimonio culturale europeo attraverso vari programmi (Europa creativa, Orizzonte 2020, Erasmus +, Europa per i cittadini), finanziamenti (Fondi strutturali e di investimento europei) e azioni come le Capitali europee della cultura, le Giornate europee del patrimonio e il Marchio del patrimonio europeo; propone un impegno ancora maggiore da parte dell'Unione e degli Stati membri in materia di promozione della ricerca;

7.      chiede alla Commissione di:

         a) istituire un portale unico UE dedicato al patrimonio culturale materiale e immateriale, che raccolga informazioni provenienti da tutti i programmi UE di finanziamento dei beni culturali e sia strutturato intorno a tre aspetti principali: una banca dati dei beni culturali materiali e immateriali. contenente esempi di buone pratiche di conservazione e promozione, con tutti i riferimenti pertinenti; opportunità di finanziamento per i beni culturali, nonché dati sullo stato del patrimonio culturale europeo e informazioni rilevanti ai fini della conservazione, come ad esempio i dati climatici e dettagli sui progetti di restauro già effettuati; notizie e link riguardanti gli sviluppi della politica legati al patrimonio culturale, le azioni e gli eventi storici;

         (b) sostenere, con finanziamenti dedicati, studi, ricerche e misure pilota, espressamente finalizzati all'analisi degli impatti dei processi di valorizzazione del patrimonio culturale, all'emersione di indicatori puntuali e di contesto del suo apporto, diretto e indiretto, nei processi di sviluppo economico e sociale, al sostegno diretto dell'innovazione culturale e sociale integrata nei contesti territoriali in cui il patrimonio culturale può trainare lo sviluppo e concorrere alla qualità di vita delle popolazioni;

(c) rafforzare il neoistituito principio di finanziamento multiplo che consente l'uso complementare di vari fondi europei all'interno di uno stesso progetto su larga scala;

         (d) incoraggiare i partenariati pubblico-privato;

         e) adeguare i requisiti temporali di gestione dei progetti per i Fondi strutturali, al fine di soddisfare meglio le esigenze specifiche dei progetti di conservazione, restauro e salvaguardia;

         f) rivedere il parametro di riferimento di 5 milioni di euro in relazione a progetti sui beni culturali presentati nel quadro dell'azione infrastrutturale di ridotte dimensioni[12], portandolo almeno allo stesso livello dei progetti dell'UNESCO, cioè 10 milioni di euro;

8.      rileva che lo spirito alla base della revisione del regolamento FESR e, in particolare, il principio del finanziamento integrato, si realizza in casi specifici anche attraverso il sostegno a progetti di grandi dimensioni; riconosce, tuttavia, la necessità di promuovere e sostenere iniziative culturali su piccola scala che rivestono particolare importanza per lo sviluppo endogeno e possono contribuire sia alla salvaguardia del patrimonio culturale che allo sviluppo locale e regionale e alla crescita socioeconomica in generale;

9.      esorta la Commissione a inserire nelle linee guida che disciplineranno la prossima generazione di fondi strutturali per il patrimonio culturale un sistema obbligatorio di controllo della qualità, applicabile a tutto il ciclo di vita di un progetto;

10.    sottolinea il ruolo degli Stati membri nel garantire sia un elevato livello di capacità e conoscenza professionale degli operatori che una struttura d'impresa in grado di assicurare le migliori pratiche nella salvaguardia del patrimonio culturale, anche attraverso adeguati sistemi di verifica qualitativi, come richiesto dalle Carte internazionali;

11.    chiede alla Commissione che, negli atti delegati, negli inviti a manifestazione di interesse e nelle iniziative per sviluppare i regolamenti della politica di coesione sul periodo 2014-2020, l'innovazione nella conservazione del patrimonio e le soluzioni a basso impatto per l'efficienza energetica negli edifici storici siano considerati temi ammissibili;

12.    invita gli Stati membri a esaminare eventuali incentivi fiscali in relazione ai lavori di restauro, tutela e conservazione, come la riduzione dell'IVA o di altre imposte, visto che il patrimonio culturale europeo è gestito anche da organismi privati;

13.    esorta la Commissione a fare un bilancio delle migliori pratiche nelle politiche fiscali in Europa e a raccomandare agli Stati membri quelle adeguate; esorta gli Stati membri ad attenersi a dette raccomandazioni e a scambiarsi le migliori pratiche, al fine di garantire il massimo incoraggiamento del sostegno privato nei confronti di progetti sul patrimonio culturale materiale e immateriale e massimizzarne gli impatti sullo sviluppo economico e sulla coesione sociale nel rispettivo ambiente locale;

Nuovi modelli di governance

14.    accoglie con favore l'iniziativa del Consiglio di redigere linee guida per i nuovi modelli di governance partecipativa per il settore del patrimonio culturale, valorizzandone la dimensione di risorsa condivisa e rafforzando i legami fra piani locali, regionali, nazionali ed europei;

15.    chiede agli Stati membri di garantire lo sviluppo di strumenti giuridici che consentano modelli di finanziamento e di amministrazione alternativi, come il coinvolgimento della comunità, la partecipazione della società civile e di partenariati pubblico-privato, al fine di attuare azioni legate alla conservazione, al restauro, alla salvaguardia, allo sviluppo e alla promozione del patrimonio culturale;

16.    invita la Commissione e gli Stati membri a dare avvio a un dialogo di portata europea tra i responsabili politici, a tutti i livelli di governance, e i settori culturale e creativo, le reti di operatori turistici, i partenariati fra attori privati e pubblici e le ONG;

17.    incoraggia tutte le parti interessate che partecipano alla governance del patrimonio culturale a raggiungere un equilibrio tra conservazione sostenibile e sviluppo del potenziale economico e sociale del patrimonio culturale;

18.    sottolinea che i progetti FESR legati alla valorizzazione del patrimonio culturale rappresentano un esempio pratico di governance multilivello e di valida applicazione del principio di sussidiarietà e costituiscono un importante elemento della spesa del FESR; sottolinea l'importanza dei progetti culturali transfrontalieri che contribuiscono a rafforzare la coesione economica e sociale e incoraggiano l'inclusione; invita a questo proposito a rafforzare e sviluppare ulteriormente azioni di sostegno dei finanziamenti attraverso accordi di partenariato pubblico-privato;

19.    sottolinea la necessità di nuovi modelli di governance onde includere un sistema di controllo della qualità in tutte le forme alternative di finanziamento e amministrazione del patrimonio culturale;

20.    esorta gli Stati membri a potenziare i controlli sulla spesa per le componenti relative al patrimonio culturale e a favorire la cooperazione nella lotta alla frode, alla corruzione e ad ogni altra attività irregolare incontrata in questo settore;

21.    propone che le proposte legislative europee siano integrate da una valutazione d'impatto per quanto riguarda il patrimonio culturale e che, qualora la valutazione evidenzi un impatto negativo, il patrimonio culturale sia escluso in via eccezionale dall'ambito di applicazione della proposta legislativa;

Potenziale economico e strategico del patrimonio culturale

22.    rileva che il patrimonio culturale contribuisce a creare posti di lavoro, prodotti, servizi e processi innovativi e può essere una fonte di idee creative, alimentando la nuova economia, pur avendo un basso impatto sull'ambiente, se si applica una corretta gestione;

23.    riconosce che il patrimonio culturale svolge un ruolo fondamentale in molte delle iniziative faro della strategia Europa 2020, come ad esempio l'agenda digitale, l'Unione dell'innovazione, l'Agenda per le nuove competenze e l'occupazione, e la politica industriale per l'era della globalizzazione; chiede, quindi, di riconoscere con più forza il ruolo del patrimonio culturale europeo quale risorsa strategica per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, nella revisione intermedia della strategia Europa 2020;

24.    rileva che il settore del patrimonio culturale ha la capacità di creare posti di lavoro altamente qualificati; esorta gli Stati membri a presentare iniziative sullo sviluppo di attività di formazione in materia di gestione e conservazione per gli operatori e i ricercatori nel settore del patrimonio culturale; si compiace in particolare delle prospettive di finanziamento a lungo termine per le reti di ricercatori come, ad esempio, le sovvenzioni Marie Skłodowska-Curie;

25.    sottolinea l'importanza per il turismo europeo del patrimonio culturale e naturale, materiale o immateriale, riconosciuto dall'UNESCO;

26.    sottolinea la possibilità di porre maggiormente l'enfasi sul turismo culturale nel contesto dello sviluppo di strategie macroregionali per ancorarlo maggiormente nel quadro strategico della cooperazione europea;

27.    invita le istituzioni europee e gli Stati membri a promuovere e a sostenere le iniziative di "mobilità dolce" (itinerari pedestri, equestri e ciclabili), offrendo in tal modo nuove opportunità al turismo culturale e naturale;

28.    incoraggia gli Stati membri a collaborare con le autorità regionali e locali, al fine di massimizzare il valore del patrimonio culturale nelle nostre società e il suo contributo alla crescita e all'occupazione nell'Unione europea;

29.    evidenzia che il turismo culturale, che rappresenta il 40% del turismo europeo, è un settore economico fondamentale in termini potenziali di crescita e occupazione, il cui sviluppo dovrebbe essere ulteriormente rafforzato con l'uso delle nuove tecnologie; sottolinea tuttavia l'importanza di preservare il patrimonio culturale e naturale mettendo a punto forme di turismo sostenibili, meno invasive e a maggior valore aggiunto, in cui il settore del turismo sia integrato nelle strategie di sviluppo locale;

30.    esprime preoccupazione per lo stato delle politiche di conservazione, restauro, tutela e promozione del patrimonio culturale, che rivestono la massima importanza per l'identità europea; sottolinea che i finanziamenti per la salvaguardia del patrimonio culturale hanno subito una drastica riduzione in alcuni Stati membri a seguito della crisi economica e finanziaria; esorta a tal fine la Commissione e gli Stati membri a provvedere affinché iniziative e fondi adeguati siano destinati alla valorizzazione del patrimonio culturale europeo;

31.    invita la Commissione a promuovere l'eccellenza, l'innovazione e la competitività nei settori culturale e creativo, sostenendo il lavoro di artisti, creatori e professionisti culturali;

32.    afferma l'urgente necessità di attribuire al patrimonio culturale il posto che gli spetta nel piano della Commissione in materia di investimenti per l'Europa;

33.    richiama l'attenzione sulla necessità di migliorare il quadro metodologico per avere migliori statistiche relative al settore dei beni culturali; esorta la Commissione a proporre una serie di indicatori che potrebbero essere utilizzati per il monitoraggio e la valutazione della situazione del patrimonio culturale e che siano uniformi per tutti gli Stati membri; sottolinea la necessità di ottenere maggiori risultati nel campo della ricerca per tutti gli aspetti del patrimonio culturale e di collegarli fra loro al fine di contrastare la frammentazione del settore; evidenzia a tale proposito il potenziale dei "big data" ai fini dell'acquisizione di maggiori conoscenze dai progetti di ricerca; sottolinea che, al fine di valutare il valore economico reale e potenziale del patrimonio culturale, è essenziale una raccolta più sistematica di dati statistici;

34.    ritiene che la Commissione debba qualificare le imprese e gli enti dedicati alla conservazione del patrimonio nei suoi diversi aspetti come appartenenti a un settore specifico e depositari di tecniche tradizionali che presentano un valore aggiunto e rendono possibile una conservazione ecologica e sostenibile;

35.    riconosce l'urgente necessità di affrontare la disoccupazione giovanile e sottolinea che il patrimonio culturale è un settore avente la potenzialità di creare più e migliori posti di lavoro, in cui è possibile rafforzare il ponte tra istruzione e mondo del lavoro, ad esempio attraverso lo sviluppo di apprendistati, tirocini e start up di qualità, nel campo delle PMI e dell'economia sociale; incoraggia in tal senso gli Stati membri a sviluppare nuove e innovative opportunità di finanziamento per sostenere la formazione e l'istruzione in materia di gestione e conservazione nonché la mobilità dei lavoratori e dei ricercatori in questo settore;

36.    esorta a Commissione ad incentivare programmi congiunti nel campo del patrimonio culturale e del turismo, con una visione integrale e una base scientifica che servano da riferimento e modello di buone pratiche;

37.    invita gli Stati membri a pianificare strategicamente progetti culturali legati al patrimonio che possano tradursi in sviluppo regionale e locale globale, programmi di cooperazione internazionale e interregionale, nella creazione di nuovi posti di lavoro, nel risanamento rurale e urbano sostenibile, nonché nella salvaguardia e nella promozione delle competenze tradizionali legate al restauro del patrimonio culturale;

38.    esorta la Commissione e gli Stati membri ad elaborare uno studio economico e statistico sulle imprese, sugli enti di gestione e sulle diverse specificità professionali che costituiscono il settore dedicato alla conservazione e diffusione del patrimonio culturale e sul loro peso specifico nel sistema produttivo e nell'occupazione;

39.    richiama l'attenzione sulla necessità di creare, sviluppare e promuovere opportunità di mobilità e scambio di esperienze per gli operatori del settore dei beni culturali, garantendo un’effettiva corrispondenza professionale, in linea con la direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, attraverso l'individuazione e la condivisione tra gli Stati membri di livelli minimi di competenze (capacità e conoscenze), in particolare per la figura del restauratore-conservatore; invita la Commissione, in tale contesto, a presentare una proposta di estensione degli opportuni programmi, onde includere la mobilità dei gestori e degli operatori nel campo del patrimonio culturale (ad es. gli amministratori dei castelli), al fine di favorire lo scambio di esperienze e migliori pratiche;

40.    invita gli Stati membri a rilevare il valore di "asset" patrimoniale del settore promuovendo studi che consentano di accertare il valore economico-culturale dei beni culturali in maniera tale da trasformare il "costo" per la conservazione in "investimento" sul valore degli stessi;

41.    invita la Commissione a prendere in considerazione la possibilità che l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) istituisca, nell'ambito della sua prossima agenda strategica per l'innovazione, comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) nel settore del patrimonio culturale e delle industrie creative, sostenendo quindi direttamente una visione globale della ricerca e dell'innovazione;

42.    ribadisce l'importanza di promuovere nei programmi scolastici l'inserimento dell'educazione artistica, musicale, teatrale e cinematografica come componente essenziale per sviluppare la conoscenza del patrimonio culturale, la pratica artistica ed espressiva, nonché le soft skills orientate alla creatività e all'innovazione;

43.    invita gli Stati membri a introdurre percorsi multidisciplinari dedicati al patrimonio culturale nei vari cicli di istruzione;

44.    sottolinea l'importante potenziale esistente a favore dello sviluppo di attività imprenditoriale e di un approccio partecipativo nel settore turistico, in particolare per le PMI attive nel settore, comprese le start-up, per il settore non profit e altre organizzazioni che contribuiscono alla conservazione, alla protezione e alla promozione del patrimonio culturale europeo; sottolinea che, oltre alle risorse culturali, la qualità dei servizi, un'elevata professionalità, la presenza di personale adeguatamente formato sul campo e in rete sono fattori essenziali per il successo e la competitività del settore turistico europeo; sottolinea che la ricerca, l'innovazione e le nuove tecnologie, soprattutto in materia di telecomunicazioni, sono essenziali per far avvicinare il patrimonio culturale alle persone; ritiene altresì che occorra abolire gli oneri superflui gravanti sulle PMI, al fine di favorirne la competitività, e che debba essere rivista la legislazione che ha effetti negativi sulle PMI nel settore del turismo;

Opportunità e sfide

45.    evidenzia il potenziale legato alla digitalizzazione del patrimonio culturale, sia come strumento per preservare il nostro passato che come fonte di istruzione, opportunità di ricerca, posti di lavoro di qualità e migliore inclusione sociale, più ampio accesso dei disabili o degli abitanti delle zone periferiche e sviluppo economico sostenibile; sottolinea che la digitalizzazione del patrimonio richiede un congruo sforzo finanziario per le istituzioni culturali di medie e ridotte dimensioni o isolate, e che l'adeguatezza dei finanziamenti è essenziale per garantire un pubblico più ampio e una maggiore divulgazione di tale patrimonio; sottolinea che le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie, che non sostituirebbero mai l'accesso al patrimonio originale o i benefici sociali associati alle forme tradizionali di partecipazione alla cultura, non dovrebbero comportare negligenza nella conservazione degli originali o disinteresse per le forme tradizionali di promozione della cultura, durante o dopo la digitalizzazione;

46.    sostiene l'innovazione digitale nel settore delle arti e del patrimonio, e osserva che l'uso dell'infrastruttura informatica può coinvolgere nuovi tipi di pubblico e garantire un migliore accesso e la valorizzazione del patrimonio culturale digitale; sottolinea l'importanza degli strumenti esistenti, come il sito Europeana, e incoraggia il miglioramento dei criteri di ricerca del sito, al fine di una maggiore facilità di utilizzo;

47.    sottolinea la necessità di migliorare il livello di digitalizzazione, conservazione e disponibilità in rete del patrimonio culturale, in particolare del patrimonio cinematografico europeo;

48.    sottolinea l'importanza di sviluppare una narrativa realmente democratica e partecipativa per il patrimonio europeo, anche per quello delle minoranze religiose ed etniche; richiama l'attenzione sulla presenza di siti del patrimonio culturale che racchiudono passati diversi o contestati, e sottolinea che i processi di riconciliazione non dovrebbero tradursi in una soppressione della coscienza storica delle comunità; invita gli Stati membri a riflettere sull'etica e sui metodi di presentazione del patrimonio culturale e a tenere conto della diversità delle interpretazioni;

49.    afferma che il patrimonio religioso rappresenta una componente immateriale del patrimonio culturale europeo; sottolinea che l'importanza dei luoghi, delle pratiche e degli oggetti legati alle pratiche religiose non dovrebbe essere sottovalutata nella narrativa del patrimonio culturale europeo o essere oggetto di trattamento discriminatorio;

50.    ritiene che il patrimonio storico religioso, comprese l'architettura e la musica, debba essere conservato in ragione del suo valore culturale, indipendentemente dalla confessione religiosa che lo ha creato;

51.    sottolinea l'importanza del dialogo interculturale, sia all'interno che all'esterno dell'Europa, e ritiene che l'Unione dovrebbe promuovere tale dialogo quale strumento adeguato per il contrasto al radicalismo di qualunque origine;

52.    richiama l'attenzione sulle caratteristiche specifiche delle minoranze nazionali negli Stati membri in relazione al patrimonio culturale; chiede quindi di conservare il loro patrimonio culturale e di promuovere e proteggere la diversità culturale;

53.    sottolinea che occorre evitare la discriminazione culturale nei confronti delle minoranze etniche e religiose;

54.    sottolinea l'importanza di sostenere le attività culturali delle comunità migranti;

55.    ribadisce l'importante contributo del patrimonio culturale all'industria culturale e creativa nonché all'inclusione sociale attraverso la cultura;

56.    evidenzia l'importanza di migliorare l'accessibilità dei disabili ai siti del patrimonio culturale;

57.    sottolinea l'importanza di preservare i panorami culturali e, in particolare, il patrimonio culturale immateriale che rappresenta una cultura vivente e alimenta l'artigianato tradizionale; invita la Commissione a includere maggiormente tale aspetto nei rispettivi programmi;

58.    sottolinea l'importanza del patrimonio gastronomico che deve essere tutelato e sostenuto; ritiene che l'interazione con altre politiche dell'Unione, come la politica agricola comune o la tutela dei consumatori, permetterebbe di ottimizzare le risorse destinate a tale settore;

59.    osserva che il patrimonio culturale e il turismo sono reciprocamente vantaggiosi visto che, da un lato, il patrimonio culturale genera notevoli guadagni per l'industria del turismo e, dall'altro, il turismo è positivo per la cultura, incoraggia l'esposizione e la conservazione dei beni culturali e genera i proventi necessari alla loro conservazione;

60.    sottolinea che il turismo culturale deve svolgere un ruolo di primo piano nella conservazione e nella presa di coscienza del valore del nostro patrimonio culturale, che include non solo il patrimonio fisico e il paesaggio, ma anche il patrimonio immateriale, come le lingue e le tradizioni religiose e culturali;

61.    invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a proseguire la loro cooperazione al fine di applicare, a tutti i rispettivi livelli, le azioni volte a promuovere il patrimonio culturale e il turismo culturale, di cui nella comunicazione della Commissione del 30 giugno 2010 dal titolo "L'Europa, prima destinazione turistica mondiale – un nuovo quadro politico per il turismo europeo" (COM(2010)0352);

62.    fa presente - alla luce dei profondi cambiamenti demografici e sociali - l'importanza del nostro patrimonio culturale comune europeo e del previsto Anno europeo dedicato all'identificazione dei cittadini con l'Unione europea e al rafforzamento del senso di appartenenza all'interno dell'Unione;

63.    è del parere che, soprattutto per le generazioni future, la comprensione del patrimonio culturale comune dell'Europa offra anche un orientamento e la possibilità di sviluppare un'identità europea e valori quali la rispettosa convivenza oltre i confini del proprio Stato membro; raccomanda quindi di rivolgere anche una particolare attenzione alle giovani generazioni, tra l'altro nella fase di organizzazione dell'Anno europeo del patrimonio culturale;

64.    si compiace del grande successo ottenuto dalle Capitali europee della cultura; invita a creare una rete fra tali città, al fine di prolungare l'effetto focale sui territori interessati, permettere lo scambio di esperienze e buone pratiche, in particolare per aiutare i futuri candidati, e facilitare l'organizzazione di eventi e di circuiti specifici;

65.    incoraggia l'utilizzo del patrimonio culturale quale strumento educativo per risolvere le problematiche sociali, così da avvicinare e unire ulteriormente i popoli che abitano l'Europa;

66.    richiama l'attenzione sulle minacce ambientali, che interessano un cospicuo numero di siti culturali all'interno dell'UE e chiede che le conseguenze del cambiamento climatico e dell'impronta dell'uomo siano prese in considerazione dagli Stati membri nelle loro strategie di finanziamento a lungo termine per i metodi di conservazione e restauro del patrimonio; raccomanda, inoltre, che gli Stati membri e l'UE promuovano in maggior misura la ricerca in questo settore, tra l'altro al fine di indagare in modo più approfondito i molteplici effetti dei cambiamenti climatici sul patrimonio culturale e di mettere a punto contromisure;

67.    invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a fare tesoro dell'iniziativa "Endangered Places", avviata da Europa Nostra in cooperazione con la Banca europea per gli investimenti, identificando ulteriori esempi di patrimonio europeo in pericolo, definendo piani d'azione e cercando eventuali fonti di finanziamento; osserva che lo sviluppo di questa iniziativa è un modo per attirare gli investimenti privati verso la promozione del patrimonio;

68.    invita la Commissione a migliorare il coordinamento e il sostegno degli sforzi degli Stati membri nella lotta contro il furto, il contrabbando e il traffico illecito dei beni culturali all'interno e all'esterno dell'Unione; chiede la restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro;

69.    rammenta l'importanza di salvaguardare e conservare il patrimonio culturale, non solo dal degrado causato dal passare del tempo, ma anche dal vandalismo e dai saccheggi; evidenzia che numerosi siti archeologici rischiano tuttora di essere saccheggiati da parte di cacciatori organizzati di relitti, in particolare i siti sottomarini difficilmente accessibili e controllabili da parte delle autorità; chiede in questo senso una cooperazione più efficace tra gli Stati membri nell'identificazione, nel recupero e nella lotta al traffico illecito di tali beni;

70.    sottolinea il ruolo che il patrimonio culturale riveste nelle relazioni esterne dell'Unione attraverso il dialogo politico e la cooperazione con i paesi terzi e sollecita gli Stati membri, la Commissione e il Consiglio a rilanciare la diplomazia culturale; evidenzia inoltre il potenziale legato ai progetti interdisciplinari di ricerca tra gli Stati membri dell'UE e i paesi terzi sulla conservazione del patrimonio culturale;

71.    sollecita un forte impegno degli Stati membri, dell’UE e della comunità internazionale per la prevenzione, la tutela, la documentazione e il restauro laddove il patrimonio culturale dell'UE o quello dei paesi terzi venga intenzionalmente minacciato e danneggiato come atto di guerra e di violazione delle identità culturali e religiose, anche attraverso la cooperazione con organismi internazionali come ICCROM, ICBS (Comitato internazionale dello Scudo blu), le autorità civili e militari, le istituzioni culturali e le associazioni professionali;

72.    incoraggia l'adozione di accordi internazionali per prevenire il traffico illecito di beni culturali; sottolinea la necessità che l'UE, insieme alle Nazioni Unite e all'UNESCO, difenda il patrimonio a rischio e combatta il saccheggio e la distruzione di beni culturali nelle zone di conflitto;

73.    sottolinea il potenziale costituito dal know-how di cui dispone l'UE ai fini della conservazione degli artefatti culturali danneggiati o distrutti dal terrorismo e dalla guerra;

74.    sostiene la creazione di prodotti transnazionali del turismo culturale che riflettano i valori e il patrimonio comuni dell'Europa; invita la Commissione a cercare una maggiore collaborazione con gli Stati membri e altre organizzazioni che elaborano politiche in materia di cultura e turismo, come l'Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (UNWTO) e l'UNESCO e a continuare a cofinanziare e promuovere reti, progetti regionali transfrontalieri e, in stretta collaborazione con il Consiglio d'Europa, gli itinerari culturali europei che sono l'esempio migliore di progetti turistici tematici paneuropei di natura transnazionale;

75.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

  • [1]  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 221.
  • [2]  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320.
  • [3]  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 289.
  • [4]  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 104.
  • [5]  GU L 159 del 28.5.2014, pag. 1.
  • [6]  GU L 175 del 27.6.2013, pag. 1.
  • [7]  Adottata dal comitato dei ministri del Consiglio d’Europa il 13 ottobre 2005; aperta alla firma degli Stati membri a Faro (Portogallo) il 27 ottobre dello stesso anno; entrata in vigore il 1° giugno 2011.
  • [8]  GU C 183 del 14.6.2014, pag. 36.
  • [9]  Non ancora pubblicate nella Gazzetta ufficiale.
  • [10]  GU L 283 del 29.10.2011, pag. 39.
  • [11]  Carta di Venezia adottata dall'ICOMOS (Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti) nel 1965; Convenzione di Granada adottata dal Consiglio d'Europa nel 1985 e Convenzione della Valletta adottata dal Consiglio d'Europa nel 1992.
  • [12]  Cfr. articolo 3, paragrafo 1, lettera e) del regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti l'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006.

MOTIVAZIONE

Non esiste un'unica definizione del termine "patrimonio culturale", ma una serie di definizioni formali che devono essere tutte comprese nel contesto per cui sono state coniate. Ai fini della presente relazione, il termine "patrimonio culturale" si riferisce al patrimonio culturale materiale (beni mobili, immobili e patrimonio sottomarino), al patrimonio culturale immateriale (tradizioni orali, arti dello spettacolo, riti) e al patrimonio culturale digitale.

Da un lato, la presente relazione è stata elaborata sulla base dei documenti politici più recenti emessi in relazione al tema del patrimonio culturale[1] e riprende i punti chiave del dibattito pubblico intorno a questo argomento. Dall'altro, la relazione ha tenuto conto delle conclusioni dell'audizione pubblica "Un approccio integrato al patrimonio culturale in Europa: Situazione attuale e prospettive" organizzata dalla commissione CULT il 2 dicembre 2014. La relazione ha inoltre raccolto contributi del settore e delle parti interessate al fine di identificare le principali sfide in questo settore e ha presentato proposte concrete per risolverle.

A. Un approccio integrato al patrimonio culturale tradotto in pratica

Sia la comunicazione della Commissione europea che le conclusioni delle ultime due Presidenze del Consiglio indicano la necessità di un approccio integrato nei confronti del settore del patrimonio culturale. Tuttavia, devono ancora essere intrapresi alcuni passi concreti affinché questa raccomandazione politica sia attuata.

A livello di istituzioni europee, si deve notare che le questioni legate al patrimonio culturale rientrano tra le responsabilità di diverse Direzioni generali della Commissione europea. Il loro lavoro è dunque complementare ed è di conseguenza necessario che migliorino la collaborazione tra di loro e coordinino le loro attività che coinvolgono o interessano il patrimonio culturale.

Inoltre, il finanziamento europeo per il patrimonio culturale è disponibile a titolo di diversi programmi dell'UE. Per citarne alcuni: Europa creativa, Orizzonte 2020, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, ecc. Tutte le informazioni relative a queste opportunità di finanziamento sono a disposizione del pubblico, ma sono sparse su innumerevoli siti web, presentate in maniera molto tecnocratica e tradotte solo in alcune delle lingue ufficiali dell'UE. È quindi importante comunicare meglio queste informazioni ai potenziali beneficiari. A tal fine la relazione chiede l'istituzione di un portale unico dell'Unione europea dedicato al patrimonio culturale, che raccolga informazioni da tutti i programmi comunitari di finanziamento dei beni culturali e sia strutturato in tre sezioni principali: opportunità di finanziamento per i beni culturali, una banca di dati con esempi di buone prassi e di eccellenza nel settore dei beni culturali e relativi riferimenti, notizie e collegamenti in merito a sviluppi politici, azioni ed eventi storici relativi al patrimonio culturale.

Un Anno europeo dedicato al patrimonio culturale potrebbe incarnare perfettamente questo rinnovato impegno dell'UE nei confronti del patrimonio culturale. Se programmata correttamente, una tale iniziativa potrebbe imprimere nuovo slancio al settore dei beni culturali e mostrare il suo impressionante potenziale. Per fare la differenza, l'iniziativa dell'Anno europeo dedicato al patrimonio culturale avrebbe bisogno di disporre di una dotazione adeguata e le attività organizzate dovrebbero essere ulteriormente moltiplicate negli Stati membri.

B. Trasformare le sfide affrontate dal settore in nuove opportunità

Durante la fase di consultazione per la presente relazione è stata sollevata una serie di problemi specifici dalle parti interessate, dai professionisti del patrimonio e da altri esperti del settore dei beni culturali. Di conseguenza, la relazione punta a proporre una serie di soluzioni possibili per i principali ostacoli che attualmente impediscono al settore del patrimonio culturale di raggiungere il suo pieno potenziale.

Come sempre, molti problemi sono legati al finanziamento e, più in particolare, ai fondi strutturali stanziati per progetti di sviluppo regionale che interessano siti del patrimonio culturale. In alcuni di questi casi non è stata dedicata abbastanza attenzione alla qualità dei lavori di restauro, cosa che ha portato a una perdita di valore culturale del patrimonio. È perciò necessario porre maggiormente l'accento sulla qualità dei progetti di restauro, sulla necessità di disporre di una forza lavoro qualificata, impiegata per i progetti, e su un meccanismo globale di controllo della qualità, al fine di evitare perdite irrimediabili. Essi dovrebbero essere in linea con gli standard riconosciuti a livello internazionale per i lavori di restauro, come affermano la Carta di Venezia e la Convenzione di Granada per la salvaguardia del patrimonio architettonico d'Europa. Inoltre, la relazione invita la Commissione a riesaminare il massimale di 5 milioni di euro per progetti infrastrutturali culturali [...] di piccole dimensioni, sulla base delle richieste ricevute dagli Stati membri e considerando i costi previsti a carico di un progetto di restauro correttamente condotto.

Nella presente relazione un'altra domanda chiave è lo sviluppo di strumenti giuridici per modelli di governance alternativi. È ormai riconosciuto che abbiamo bisogno di coinvolgere maggiormente le comunità locali, la società civile e il settore privato nelle attività di conservazione e promozione connesse al patrimonio culturale. Vi sono già molti esempi in tutta l'UE di iniziative di coinvolgimento della comunità altamente efficaci o di joint venture pubbliche-private, ma non in tutti gli Stati membri esistono disposizioni legali in cui far rientrare tali modelli alternativi. La relazione sostiene pertanto l'idea di studiare più approfonditamente la governance partecipativa, a condizione che un meccanismo di controllo di qualità sia attuato a tutti i livelli e che gli strumenti giuridici siano garantiti dagli Stati membri.

Particolare attenzione dovrebbe essere attribuita anche alla questione della digitalizzazione del patrimonio culturale. Anche se è solo uno strumento, la digitalizzazione aiuta a preservare il nostro passato e racchiude molte opportunità per la ricerca, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo economico.

La relazione presenta inoltre raccomandazioni specifiche in termini di formazione, di competenze e di mobilità dei professionisti del patrimonio culturale e di accesso al mercato del lavoro culturale per i giovani operatori del patrimonio.

C. Potenziale economico del patrimonio culturale

I termini "cultura" e ''economia'' sembrano appartenere a due ambiti completamente diversi, ma in realtà il settore del patrimonio culturale ha un enorme potenziale economico.

Tuttavia, ciò sembra non essere una priorità in termini di politica pubblica europea, tenuto conto del fatto che né la strategia Europa 2020 né il recente piano di investimento Juncker per l'Europa menzionano in modo chiaro la cultura, per non parlare del patrimonio culturale. È giunto il momento di iscrivere la cultura al centro dell'agenda politica e di valutare il suo vero valore in termini di crescita economica e di occupazione. Dobbiamo innanzitutto disporre di statistiche condotte correttamente e in grado di coprire l'ampio spettro di competenze e posti di lavoro legati alla cultura in generale e al patrimonio culturale in particolare. Non è questo il caso, per il momento, dato che i tradizionali sistemi di raccolta dei dati prendono in considerazione solo una parte delle competenze e dei posti di lavoro connessi. Per questa ragione la relazione chiede un contesto più ampio da applicare alle statistiche legate alla cultura.

D. Il patrimonio culturale in altri settori politici

Diverse aree politiche includono aspetti relativi al patrimonio culturale e dobbiamo tenerne conto al fine di sviluppare un approccio realmente integrato.

Ad esempio, il patrimonio culturale offre un ambiente ideale per la ricerca scientifica nel campo del restauro e della conservazione e potrebbe funzionare come un "incubatore dell'innovazione", sfruttando le opportunità di finanziamento esistenti nel settore.

I siti del patrimonio culturale possono anche servire da "motore" per lo sviluppo regionale e il turismo. Vi sono innumerevoli esempi di casi in tutta Europa e il relatore incoraggia gli Stati membri che non "sfruttano" appieno le potenzialità del proprio patrimonio a farlo in modo responsabile e al fine di stimolare l'economia locale e aumentare l'attrattività complessiva di una regione.

È inoltre necessario che la cultura svolga un ruolo più importante nelle relazioni esterne dell'UE. La cultura è uno dei beni più grandi che abbiamo in Europa e vi è ancora spazio per migliorare la politica e i programmi attuali.

Conclusioni

Il patrimonio culturale è il testimone silente della lunga storia, della creatività e delle lotte dei nostri secoli. È uno dei pilastri della cultura europea e della nostra comune eredità per le generazioni future. Qualsiasi politica pubblica in materia di patrimonio culturale deve pertanto tener conto di due prospettive: innanzitutto il patrimonio culturale può essere una fonte significativa di occupazione e di proventi, punti cruciali, questi, di cui occorre tener conto nel contesto economico; in secondo luogo il valore principale del patrimonio culturale rimane il suo valore culturale. Una strategia integrata ideale per il patrimonio culturale deve tener conto di entrambi i lati di questa stessa medaglia e combinare la necessità di una crescita immediata e di occupazione con la consapevolezza che il patrimonio culturale è una risorsa a lungo termine che ha bisogno di un piano di sviluppo sostenibile.

  • [1]  La comunicazione della Commissione del 22 luglio 2014 "Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa", COM (2014) 477 def., le conclusioni del Consiglio del 21 maggio 2014 sul patrimonio culturale come risorsa strategica per un'Europa sostenibile, le conclusioni del Consiglio del 12 novembre 2014 sulla governance partecipativa del patrimonio culturale e il parere del Comitato delle regioni Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa, novembre 2014.

PARERE della commissione per i trasporti e il turismo (7.5.2015)

destinato alla commissione per la cultura e l'istruzione

verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa
(2014/2149(INI))

Relatore per parere: Miltiadis Kyrkos

SUGGERIMENTI

La commissione per i trasporti e il turismo invita la commissione per la cultura e l'istruzione, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  rammenta che, grazie al suo ricco patrimonio, le sue risorse naturali, la sua posizione geografica, la varietà dei suoi paesaggi, il fascino del suo stile di vita, l'Europa è la destinazione più importante del turismo culturale mondiale e che esso rappresenta circa il 40% del turismo europeo;

2.  sottolinea che il turismo culturale deve svolgere un ruolo considerevole nella conservazione e nella presa di coscienza del valore del nostro patrimonio culturale, che include non solo il patrimonio fisico e il paesaggio, ma anche il patrimonio intangibile, come le lingue e le tradizioni religiose e culturali;

3.  osserva che il patrimonio culturale e il turismo sono reciprocamente vantaggiosi dal momento che da un lato il patrimonio culturale crea notevoli guadagni per l'industria del turismo, mentre dall'altro il turismo è positivo per la cultura, incoraggia l'esposizione e la conservazione dei beni culturali e genera i proventi necessari alla loro conservazione;

4.  invia un chiaro segnale politico affinché la diversità e il multiculturalismo dell'Europa offrano un grande potenziale per lo sviluppo di ogni forma di turismo tematico e per la promozione coordinata del turismo diversificato e degli scambi culturali; evidenzia che qualsiasi agenda di turismo culturale deve poggiare sulla diversità, l'autenticità, la sostenibilità europea, la piena accessibilità e l'elevata qualità;

5.  prende atto del 13° Forum europeo del Turismo svoltosi a Napoli il 30 e 31 ottobre 2014, che ha evidenziato l'importanza di sinergie fra il turismo e la cultura e il loro contributo alla crescita economica e all'occupazione;

6.  sottolinea che un approccio integrato legato alla conservazione, alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale e naturale rappresenta una potente forza motrice per l'innovazione sociale e per uno sviluppo inclusivo a livello locale, regionale, urbano e rurale e che esso contribuisce al rafforzamento di un turismo culturale sostenibile, riducendo al contempo l'impatto della stagionalità; in particolare:

(a) evidenzia la necessità di coinvolgere attivamente le comunità locali e gli stakeholder privati;

(b) prende atto dell'importanza di adeguare le nuove competenze e i profili professionali in materia culturale nell'ambito della classificazione europea delle capacità, delle competenze, delle qualifiche e delle professioni (ESCO);

(c) sostiene la digitalizzazione e l'accessibilità online dei contenuti culturali al fine di raggiungere un pubblico più vasto e di coinvolgere maggiormente i giovani;

(d) incoraggia ad applicare un approccio strategico a ricerca e innovazione, condivisione delle conoscenze e specializzazione intelligente;

7.  sottolinea l'importanza chiave della cultura e del patrimonio culturale a livello locale, nazionale ed europeo, incoraggiando l'innovazione imprenditoriale e lo sviluppo di attività economiche legate al turismo, in particolare la fornitura di strutture per i visitatori presso i poli turistici e un'ampia gamma di servizi che coprano l'intero settore; osserva che la conservazione, lo sviluppo e la promozione del patrimonio culturale sono vitali per una serie di settori di attività, in particolare il turismo;

8.  sottolinea che il turismo culturale può rilanciare le economie locali promuovendo la produzione locale, incoraggiando la creazione di imprese, incrementando la domanda dei consumatori nel settore del turismo e massimizzando il valore aggiunto interno;

9.  sottolinea il potenziale per stimolare il turismo culturale nelle aree rurali, insulari e montane, che offrono una natura e paesaggi intatti, lingue e dialetti regionali o minoritari, una cultura tradizionale (artigianato popolare e artistico tradizionale, costumi, festival locali, una cultura della mobilità, tradizioni gastronomiche), prodotti dell'artigianato locale e servizi, autenticità, patrimonio industriale e agricolo nonché il patrimonio culturale delle minoranze etniche; fa notare che in queste regioni il turismo culturale contribuisce alla diversificazione delle attività economiche tradizionali e incoraggia le popolazioni locali a restare, impedendo così lo spopolamento, l'abbandono e il deterioramento di molti siti culturali di valore, ma anche la scomparsa di tradizioni e costumanze; invita gli Stati membri a sviluppare un'infrastruttura intermodale e a migliorare la connettività transfrontaliera - compreso lo sviluppo di nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, come servizi di pianificazione integrata degli itinerari di viaggio e di biglietteria, quale mezzo per rafforzare il richiamo e l'accessibilità per via aerea, marittima, stradale e ferroviaria delle destinazioni turistiche in generale, e delle destinazioni turistiche più piccole e più remote in particolare;

10. osserva che lo sviluppo di nuove vie navigabili interne e di connessioni multimodali può contribuire in modo decisivo alla crescita sostenibile del turismo culturale;

11. invita la Commissione e gli Stati membri a intraprendere azioni concertate al fine di definire politiche tese ad attrarre il turismo rurale, tenendo a mente che si tratta di una forza motrice per lo sviluppo nelle regioni interne e rurali; esorta le istituzioni europee a creare collegamenti tra il patrimonio e le comunità locali al fine di fare tesoro del coinvolgimento delle parti interessate locali nelle regioni rurali e remote; sostiene che si debba porre fermamente l'enfasi sulla formazione delle risorse umane e sul sostegno finanziario per la conservazione del patrimonio, dal momento che la promozione del turismo culturale nelle aree rurali favorisce anche un allontanamento dal turismo di massa;

12. sottolinea che lo sviluppo regionale del turismo culturale negli Stati membri necessita dell'avvio di programmi di investimenti nelle infrastrutture per la fornitura dei servizi di base essenziali;

13. esprime preoccupazione per la debolezza degli strumenti di regolamentazione e di bilancio dell'Unione dedicati a questo settore; sottolinea che, nel quadro della politica regionale, la modifica dei programmi operativi ha ulteriormente ridotto il sostegno alle politiche dedicate al patrimonio culturale;

     rammenta che molte strutture culturali non si inscrivono nell'economia di mercato, funzionando spesso su base associativa e volontaria, e che in seguito alla crisi hanno visto una drastica riduzione del loro sostegno pubblico; chiede alla Commissione di avanzare proposte per agevolare il conferimento di capitali privati ai progetti relativi al patrimonio culturale, indipendentemente dalla forma (sponsorizzazione o altro);

15. evidenzia la necessità di adottare a tutti i livelli (internazionale, nazionale, regionale e locale) un approccio integrato e coordinato che coinvolga tutte le parti interessate e la comunità locale e incoraggi in quest'ambito lo sviluppo di partenariati pubblico-privati al fine di sfruttare il potenziale economico delle risorse culturali;

16. invita la Commissione e gli Stati membri a dare avvio a un dialogo di portata europea tra i responsabili politici, a tutti i livelli di governance, e i settori culturale e creativo, le reti di operatori turistici, i partenariati fra attori privati e pubblici e le ONG;

17. invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a cooperare per applicare, a tutti i rispettivi livelli, le azioni volte a promuovere il patrimonio culturale e il turismo culturale, di cui nella comunicazione della Commissione "L'Europa, prima destinazione turistica mondiale – un nuovo quadro politico per il turismo europeo", del 30 giugno 2010 (COM(2010)0352);

18. invita la Commissione a riesaminare la suddetta comunicazione del 30 giugno 2010;

19. è convinto che la creazione e promozione di una "marca Europa" offrirà un elevato valore aggiunto per il successo dell'Europa come prima destinazione turistica al mondo e per la promozione del patrimonio culturale europeo in particolare; invita pertanto le autorità di tutti gli Stati membri a cooperare con la Commissione e a completare tale marca con i loro sforzi nazionali e regionali e a promuovere congiuntamente l'Europa come punto d'incontro di destinazioni turistiche di elevata qualità, presso grandi eventi internazionali e fiere del turismo di ampia portata;

20. sostiene la creazione di prodotti transnazionali del turismo culturale che riflettano i valori e il patrimonio europei comuni; invita la Commissione a rafforzare una maggiore collaborazione con gli Stati membri e altre organizzazioni che elaborano politiche sulla cultura e sul turismo, come l'Organizzazione mondiale del turismo, agenzia delle Nazioni Unite (UNWTO) e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), e a continuare, in stretta collaborazione con il Consiglio d'Europa, a cofinanziare e a promuovere percorsi culturali europei, che sono l'esempio migliore di progetti turistici tematici transnazionali europei;

21. evidenzia inoltre l'importanza di sviluppare prodotti e servizi turistici e culturali interregionali e transfrontalieri, che siano basati su azioni coordinate, fondandosi su sinergie, risparmiando risorse e rafforzando e promuovendo l'identità culturale comune e la competitività dell'intera regione; invita gli Stati membri e la Commissione ad agevolare questo processo;

22. sottolinea l'importanza del patrimonio gastronomico, che deve essere tutelato e sostenuto; ritiene che l'interazione con altre politiche dell'Unione, come la politica agricola comune o la tutela dei consumatori, permetterebbe di ottimizzare le risorse destinate a tale questione;

23. invita la Commissione e gli Stati membri a intraprendere iniziative tese a valorizzare il patrimonio culturale sottomarino dell'Europa e, in particolare, a creare un itinerario del patrimonio culturale sottomarino europeo che permetta di esporre o trasformare in musei i relitti e le città sommerse;

24. sostiene la creazione di iniziative che valorizzino il patrimonio comune europeo, aumentino la visibilità dei siti culturali e abbiano un impatto sostenibile particolare a livello locale e regionale, come gli itinerari cicloturistici europei o gli itinerari di pellegrinaggio, i treni panoramici, le ferrovie turistiche europee (tramite la riqualificazione delle linee e delle stazioni dismesse), le capitali europee della cultura, le capitali europee dello sport, la rete Europa Nostra, la rete «Natura 2000», il Marchio del patrimonio europeo, le Giornate del patrimonio europeo e il Premio dell'Unione europea per il patrimonio culturale; invita a promuovere e ad agevolare il turismo culturale giovanile; intende inoltre sostenere iniziative che coinvolgano attivamente i giovani, come le capitali europee della gioventù;

25. accoglie con favore il grande successo ottenuto dalle capitali europee della cultura; invita a creare una rete tra tali città, al fine di prolungare l'effetto focale sui territori interessati, permettere lo scambio di esperienze e buone pratiche, in particolare per aiutare i futuri candidati, e facilitare l'organizzazione di eventi e di circuiti specifici;

26. accoglie con favore nuove iniziative quali l'Anno europeo del patrimonio culturale, volte ad aumentare la coscienza della necessità di tutelare il patrimonio tangibile e intangibile dell'Europa; invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a fare di più per promuovere il patrimonio industriale dell'Europa, come elemento del suo interesse culturale comune, il cui potenziale non è ancora stato sufficientemente riconosciuto;

27. invita la Commissione a sensibilizzare gli Stati membri e gli operatori principali dell'industria alla necessità di rendere i siti del patrimonio culturale europeo accessibili ed economici per tutti, attribuendo particolare attenzione alle persone con disabilità o a mobilità ridotta, giovani, anziani e famiglie a basso reddito;

28. ribadisce l'importante principio del turismo ecologicamente ed economicamente sostenibile e responsabile ed esprime la propria convinzione che l'azione dell'UE debba innanzitutto e soprattutto incoraggiare la prosperità del turismo in Europa, ma debba anche dar risposta alle preoccupazioni relative agli eventuali effetti negativi dei cambiamenti strutturali causati dal turismo e dai rischi al patrimonio culturale dovuti al turismo di massa; sostiene che l'UE necessita di cooperare con gli Stati membri e le parti interessate locali al fine di definire orientamenti tesi a ridurre gli effetti nocivi del turismo di massa sulle regioni remote, incluse quelle periferiche e insulari dell'Unione europea, in particolare in alta stagione;

29. rammenta l'importanza di salvaguardare e conservare il patrimonio culturale, in particolare dal degrado causato dal passare del tempo, ma anche dal vandalismo e dai saccheggi. Richiama l'attenzione sul rischio di saccheggi che continua a sussistere ancora oggi in numerosi siti archeologici da parte d'imerese alla ricerca di tesori, in particolare quando si tratta di patrimonio sottomarino difficilmente accessibile e controllabile da parte delle autorità; chiede in questo senso una cooperazione più forte tra gli Stati membri dell'UE nell'identificazione, nel recupero e nella lotta al traffico illecito di tali beni culturali;

30. invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a fare tesoro dell'iniziativa "Endangered Places", avviata da Europa Nostra in cooperazione con la Banca europea per gli investimenti, identificando ulteriori esempi di patrimonio europeo in pericolo, definendo piani d'azione e cercando eventuali fonti di finanziamento; osserva che lo sviluppo di questa iniziativa è un modo per attirare gli investimenti privati verso la promozione del patrimonio;

31. sottolinea l'importante potenziale per lo sviluppo di attività imprenditoriale e di un approccio partecipativo nel settore turistico, in particolare per le PMI attive nel settore, comprese quelle di nuova costituzione, per il settore non profit e altre organizzazioni che contribuiscono alla conservazione, protezione e promozione del patrimonio culturale europeo; sottolinea che, oltre alle risorse culturali, la qualità dei servizi, un'elevata professionalità, personale ben formato e una presenza online sono fattori essenziali per il successo e la competitività del settore turistico europeo; sottolinea che la ricerca, l'innovazione e le nuove tecnologie, in particolare nelle telecomunicazioni, sono essenziali per far avvicinare il patrimonio culturale alle persone; ritiene altresì che vadano aboliti gli oneri superflui per le PMI al fine di favorirne la competitività e che la legislazione che ha effetti negativi sulle PMI nel settore del turismo debba essere rivista;

32. ritiene che la crisi economica abbia provocato una carenza a livello di finanziamenti di uno dei settori che hanno sofferto più pesantemente per i tagli e che ha portato all'abbandono, all'incuria e alla dimenticanza di numerosi siti di grande valore culturale, con il conseguente impoverimento che ciò implica per la società e l'impatto negativo sul turismo; invita la Commissione ad assicurare che l'informazione sui fondi destinati alla conservazione e alla promozione del turismo culturale sia facilmente accessibile a tutte le parti interessate, come le PMI e le organizzazioni della società civile, a livello nazionale, regionale e locale, e siano rese disponibili nelle lingue ufficiali dell'UE, e a garantire che le procedure amministrative per l'accesso a detti fondi siano ulteriormente facilitate, soprattutto per le PMI, che rappresentano una quota importante del settore turistico; invita la Commissione ad assicurare una maggiore trasparenza nell'utilizzo dei fondi; chiede alla Commissione un approccio più aperto per quanto riguarda l'adozione di programmi di finanziamento integrato volti a promuovere il patrimonio culturale; invita la Commissione ad adottare misure atte a ridurre l'onere amministrativo tramite un contesto normativo adeguato, in modo da promuovere la quantità delle aziende, in particolare delle PMI e le start-up, nel settore del turismo;

33. sottolinea la possibilità di porre maggiormente l'enfasi sul turismo culturale nel contesto dello sviluppo di strategie macroregionali per ancorarlo maggiormente nel quadro strategico di una cooperazione europea;

34. sostiene le iniziative della Commissione a favore della digitalizzazione del ricco patrimonio culturale dell'Europa, quale importante contributo alla promozione della sua ricchezza culturale unica al mondo e reputa importante che sia attuato anche a livello locale a vantaggio delle piccole imprese;

evidenzia l'importante ruolo svolto dal settore delle biblioteche e degli archivi per la conservazione, la promozione e l'accesso al patrimonio culturale materiale e digitale in Europa; invita la Commissione a cooperare con gli Stati membri per identificare e digitalizzare il patrimonio dell'umanità dell'UNESCO in Europa, sia materiale che immateriale, al fine di consentirne la messa a disposizione sul sito web, www.visiteurope.com.

35. rammenta che la valorizzazione del patrimonio deve anche passare attraverso risposte ai nuovi stili di vita dei nostri concittadini e a questo titolo chiede alla Commissione di dedicarsi a una strategia di comunicazione digitale globale destinata a sottolineare le iniziative che ha avviato nonché al sostegno prestato ai progetti culturali che collegano patrimonio e modernità (ad esempio, utilizzando nuove tecnologie negli spazi museali);

36. sottolinea la grande importanza del settore del turismo culturale come specifica tipologia di turismo, in cui è inerente una funzione educativa e che svolge un ruolo importante per i programmi dell'UE come Erasmus + per quanto concerne l'apprendimento permanente; in questo contesto osserva che il gruppo interessato dal turismo culturale è eterogeneo e pertanto le offerte devono essere adattate alle fasce d'età, dai bambini agli anziani, per garantire possibilità di educazione conformi all'età e agli interessi;

37. raccomanda che la Commissione europea crei un unico portale dell'UE dedicato al patrimonio culturale, che riunisca le informazioni di tutti i programmi dell'UE che finanziano il patrimonio culturale; ritiene che il lancio del portale dovrebbe seguire una campagna di promozione in ogni Stato membro, affinché i potenziali beneficiari siano a conoscenza della sua esistenza;

38. raccomanda una strategia di comunicazione uniforme e semplificata al fine di identificare l'Europa come destinazione unica e accoglie pertanto con favore l'iniziativa "Destinazione Europa 2020" relativa alla creazione di un portale europeo che faccia conoscere i singoli siti degli Stati membri; raccomanda inoltre la creazione di portali multilingue per le destinazioni locali che si trovano al di fuori delle grandi città e che diano visibilità ai prodotti relativi al patrimonio culturale e industriale;

39. suggerisce alla Commissione di promuovere anche il programma Erasmus per i giovani imprenditori, come meccanismo finanziario per il patrimonio culturale;

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

5.5.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

40

3

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Daniela Aiuto, Lucy Anderson, Georges Bach, Izaskun Bilbao Barandica, Deirdre Clune, Michael Cramer, Luis de Grandes Pascual, Andor Deli, Karima Delli, Isabella De Monte, Ismail Ertug, Jacqueline Foster, Dieter-Lebrecht Koch, Merja Kyllönen, Miltiadis Kyrkos, Bogusław Liberadzki, Peter Lundgren, Cláudia Monteiro de Aguiar, Renaud Muselier, Jens Nilsson, Markus Pieper, Salvatore Domenico Pogliese, Tomasz Piotr Poręba, Gabriele Preuß, Christine Revault D’Allonnes Bonnefoy, Dominique Riquet, Massimiliano Salini, David-Maria Sassoli, Claudia Schmidt, Claudia Tapardel, Keith Taylor, Pavel Telička, István Ujhelyi, Peter van Dalen, Wim van de Camp, Janusz Zemke, Roberts Zīle, Kosma Złotowski, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Rosa D’Amato, Martina Dlabajová, Maria Grapini, Henna Virkkunen

PARERE della commissione per lo sviluppo regionale (8.5.2015)

destinato alla commissione per la cultura e l'istruzione

verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa
(2014/2149(INI))

Relatore per parere: Andrea Cozzolino

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per la cultura e l'istruzione, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  ritiene che, per quanto concerne il patrimonio culturale, un approccio integrato è necessario onde garantire il dialogo culturale e la comprensione reciproca; è convinto che tale approccio possa portare al rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale, contribuendo nel contempo anche al raggiungimento degli obiettivi fissati nella strategia Europa 2020;

2.  osserva che i progetti per la valorizzazione del patrimonio culturale rappresentano spesso esempi di attività economiche innovative e sostenibili, in grado di creare posti di lavoro di qualità e sviluppare le capacità imprenditoriali e di ricerca delle piccole e medie imprese (PMI), un motore fondamentale dell'economia dell'UE; osserva che il patrimonio culturale è un bene comune e pubblico e ha un impatto positivo sull'innovazione sociale, sulla crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, sulla competitività e sulla creazione di posti di lavoro; invita pertanto la Commissione a incoraggiare gli Stati membri a investire nel patrimonio culturale e a contribuire a proteggere e conservare l'identità culturale regionale, nazionale ed europea;

3.  sottolinea che la promozione della conservazione dei beni culturali e della loro inclusione in prodotti turistici sostenibili migliorerà l'attrattività dei territori e contribuirà a rafforzare l'economia locale e regionale; invita la Commissione, alla luce dell'importanza economica del patrimonio culturale e del nesso tra quest'ultimo e il turismo sostenibile, a introdurre un approccio più completo – anche nell'ambito della recente iniziativa riguardante il Fondo europeo per gli investimenti strategici – al finanziamento del patrimonio culturale, ad esempio lo sviluppo dell'infrastruttura urbana, processi di standardizzazione e armonizzazione per la costruzione o la ricostruzione nonché la tutela dei monumenti, tenendo conto del fatto che la diversità e le caratteristiche specifiche del patrimonio storico richiedono soluzioni e tecniche specifiche;

4.  chiede alla Commissione europea di favorire, all'interno del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) e della revisione della strategia Europa 2020, progetti, anche di vasta scala, nel campo della promozione del patrimonio culturale europeo, per la capacità di creare posti di lavoro in tutte le regioni, in particolare per i giovani, e per il loro contributo alla coesione sociale; constata i molteplici vantaggi derivanti dagli investimenti a favore del patrimonio culturale – che rafforzano il valore intrinseco del patrimonio culturale europeo – e sottolinea la necessità di consolidare i partenariati pubblico-privati per scopi di finanziamento;

5.  invita la Commissione a valutare l'opportunità di promuovere, all'interno del FEIS, una piattaforma di investimento tematica che attiri risorse pubbliche e private nei settori della ricerca applicata alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio culturale; osserva inoltre che l'approccio integrato al patrimonio culturale nei fondi strutturali e d'investimento europei deve essere ulteriormente rafforzato; sottolinea pertanto l'importanza di sviluppare sinergie tra i fondi strutturali dell'UE, i programmi quadro e le altre risorse disponibili per il settore culturale; invita la Commissione a monitorare e guidare gli Stati membri in merito all'integrazione del patrimonio culturale nello sviluppo economico locale e regionale, così da ottenere la massima efficienza ed efficacia, e a comunicare al Parlamento gli investimenti a favore del patrimonio culturale e i risultati raggiunti;

6.  rileva che lo spirito della riforma del regolamento FESR e, in particolare, il principio di finanziamento integrato si realizza in casi specifici anche attraverso progetti di grandi dimensioni; riconosce, tuttavia, la necessità di promuovere e sostenere iniziative culturali su piccola scala, ma particolarmente importanti per lo sviluppo endogeno, che possano contribuire sia alla conservazione del patrimonio culturale sia allo sviluppo locale e regionale e alla relativa crescita socioeconomica del territorio;

7.  considera i progetti di grandi dimensioni un esempio di tale finanziamento integrato e di valorizzazione dell'unicità del patrimonio culturale europeo, come riconosciuto dall'impegno e dai controlli diretti e costanti della Commissione europea all'attuazione di tali progetti; sottolinea la necessità di riconoscere la loro importanza quale prima tappa dell'interculturalismo e dell'unità delle regioni europee;

8.  osserva che l'articolo 3, paragrafo 1, lettera e), del regolamento (UE) 1301/2013 prevede il riferimento al finanziamento di infrastrutture culturali "di ridotte dimensioni"; esprime il proprio apprezzamento per le opportunità di finanziamento per i servizi culturali previste all'articolo 5, paragrafo 9, lettera a), dello stesso regolamento;

9.  prende atto che, in fase di negoziato per la definizione dei programmi operativi regionali, la Commissione europea ha quantificato in 5 milioni di euro il costo totale per tali investimenti infrastrutturali (10 milioni di euro per i siti UNESCO);

10. osserva che tale quantificazione, in particolare il riferimento ai costi totali, può limitare fortemente la capacità degli Stati membri di finanziare tali progetti di natura integrata che contribuiscono alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale; sottolinea tuttavia che i progetti infrastrutturali di natura culturale potrebbero essere combinati con progetti educativi della stessa natura (sfruttando appieno le opportunità della digitalizzazione), con progetti per le PMI, ecc., così che l'importo complessivo investito possa superare di gran lunga i 5 milioni di euro;

11. chiede alla Commissione di rivedere al rialzo tale valore di 5 milioni di euro alla luce dei possibili effetti negativi per la capacità effettiva degli Stati membri di impiegare efficacemente i finanziamenti FESR e dopo aver consultato gli Stati membri e le regioni; chiede inoltre alla Commissione di incoraggiare una combinazione efficace dei diversi fondi per il finanziamento dei progetti culturali e di introdurre la flessibilità per progetti specifici qualora gli investimenti infrastrutturali superino il limite di 5 milioni di euro;

12. sottolinea che i progetti FESR legati alla valorizzazione del patrimonio culturale rappresentano un esempio realizzato di governance multilivello e di valida applicazione del principio di sussidiarietà e costituiscono un importante elemento della spesa del FESR; sottolinea l'importanza dei progetti culturali transfrontalieri che contribuiscono a rafforzare la coesione economica e sociale e incoraggiano l'inclusione; invita a questo proposito a rafforzare e sviluppare ulteriormente azioni di sostegno dei finanziamenti attraverso accordi di partenariato pubblico-privato;

13. osserva che tali progetti rappresentano spesso buone pratiche nella realizzazione di progetti integrati in aree urbane, contribuendo anche allo sviluppo dell'agenda urbana; sottolinea la dimensione urbana delle iniziative per la capitale europea della cultura che contribuiscono allo sviluppo delle reti culturali nelle città e promuovono iniziative creative nel lungo termine, ad esempio la salvaguardia delle identità delle diverse tradizioni culturali locali e regionali; incoraggia altresì la creazione di prodotti turistici versatili basati su un piano o una strategia di sviluppo integrata nonché sull'uso degli strumenti TIC, degli strumenti di marketing e di altre tecniche innovative per migliorare la visibilità del patrimonio culturale;

14. ritiene che la DG Cultura e istruzione debba istituire una comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) presso l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET), specificamente dedicata alla conservazione del patrimonio culturale, che sostenga direttamente una visione olistica della ricerca e dell'innovazione;

15. accoglie con favore l'iniziativa della Commissione di istituire «valor» come piattaforma di disseminazione, ma chiede ai servizi della Commissione di inserire in tale piattaforma anche gli esempi di buone pratiche tratti da progetti, nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale, già realizzati attraverso il fondo europeo di sviluppo regionale nelle programmazioni 2000-2006 e 2007-2013; suggerisce di effettuare un'analisi tecnica delle concrete modalità di caricamento dei dati del portale; richiama l'attenzione sulla necessità di creare un portale o una banca dati dell'UE unificata che includa informazioni sui progetti per il patrimonio culturale che beneficiano dei finanziamenti da tutti i programmi e le iniziative dell'UE e chiede alla Commissione di introdurre un portale o una banca dati dell'UE unificata per informare i potenziali beneficiari in merito alle attuali linee di finanziamento dell'UE;

16. ritiene che l'attuazione delle strategie di sviluppo urbano sostenibile (di cui all'articolo 7 del regolamento (UE) n. 1301/2013 sul FESR), delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (di cui all'articolo 32 del regolamento (UE) n. 1303/2013 recante disposizioni comuni) nonché delle politiche per la conservazione del patrimonio culturale (in particolare quelle riguardanti i centri storici) debba essere rafforzata, che occorra attuare la specializzazione intelligente, così come l'adattamento delle abitazioni alle esigenze dettate dal cambiamento climatico, rafforzare l'uso degli strumenti TIC e ricorrere a strumenti di marketing e altre tecniche innovative per migliorare la visibilità del patrimonio culturale;

17. chiede alla Commissione di istituire un anno europeo per il patrimonio culturale.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

5.5.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

37

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Pascal Arimont, José Blanco López, Franc Bogovič, Victor Boștinaru, Mercedes Bresso, Andrea Cozzolino, Rosa D’Amato, Tamás Deutsch, Anna Hedh, Krzysztof Hetman, Ivan Jakovčić, Marc Joulaud, Constanze Krehl, Martina Michels, Iskra Mihaylova, Andrey Novakov, Mirosław Piotrowski, Stanislav Polčák, Terry Reintke, Liliana Rodrigues, Fernando Ruas, Monika Smolková, Maria Spyraki, Olaf Stuger, Ruža Tomašić, Ramón Luis Valcárcel Siso, Ángela Vallina, Matthijs van Miltenburg, Lambert van Nistelrooij, Derek Vaughan, Joachim Zeller

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Isabella Adinolfi, Enrique Calvet Chambon, Josu Juaristi Abaunz, Ivana Maletić, Bronis Ropė, Marco Zullo

Supplenti (art. 200, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Ulrike Trebesius

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

16.6.2015

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

22

0

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Dominique Bilde, Andrea Bocskor, Silvia Costa, Mircea Diaconu, Damian Drăghici, Jill Evans, Petra Kammerevert, Rikke Karlsson, Andrew Lewer, Svetoslav Hristov Malinov, Curzio Maltese, Fernando Maura Barandiarán, Luigi Morgano, Momchil Nekov, Michaela Šojdrová, Yana Toom, Helga Trüpel, Sabine Verheyen, Julie Ward, Bogdan Andrzej Zdrojewski, Milan Zver, Krystyna Łybacka

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Norbert Erdős, Mary Honeyball, Marc Joulaud, Ernest Maragall