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Procedura : 2015/2277(INI)
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A8-0169/2016

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Martedì 7 giugno 2016 - Strasburgo
Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione
P8_TA(2016)0247A8-0169/2016

Risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2016 sulla Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione (2015/2277(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti il vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile e il documento conclusivo adottato dall'Assemblea generale il 25 settembre 2015, dal titolo "Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development" (Trasformare il nostro mondo: agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile), in particolare l'obiettivo n. 2 degli obiettivi di sviluppo sostenibile ivi stabiliti, ossia porre fine alla fame, realizzare la sicurezza alimentare e una migliore alimentazione, nonché promuovere l'agricoltura sostenibile(1),

–  visto l'accordo di Parigi delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato il 12 dicembre 2015(2),

–  visto il programma globale di sviluppo agricolo dell'Africa (CAADP) convenuto dall'Unione africana (UA) nel 2002(3),

–  visto il vertice dei capi di Stato dell'Unione africana, svoltosi a Maputo (Mozambico) nel 2003, in occasione del quale i governi dell'UA hanno concordato di investire oltre il 10 % degli stanziamenti totali dei loro bilanci nazionali nel settore agricolo(4),

–  vista l'assemblea dei capi di Stato e di governo dell'Unione africana svoltasi nel luglio 2012, nel decimo anniversario dell'adozione del CAADP, in occasione della quale il 2014 è stato dichiarato l'"anno dell'agricoltura e della sicurezza alimentare in Africa"(5),

–  vista la dichiarazione sull'accelerazione della crescita agricola e della trasformazione per una prosperità condivisa e una migliore sussistenza, adottata il 27 giugno 2014 durante il vertice dei capi di Stato e di governo dell'Unione africana a Malabo (Guinea equatoriale), in base alla quale i governi dell'UA hanno rinnovato l'impegno ad assegnare almeno il 10 % delle risorse pubbliche all'agricoltura(6),

–  vista l'iniziativa de L'Aquila sulla sicurezza alimentare lanciata dal G8 del 2009(7),

–  visti il quadro e gli orientamenti di politica fondiaria in Africa, adottati dalla conferenza congiunta dei ministri dell'Agricoltura, degli affari fondiari e dell'allevamento, svoltasi nel 2009 ad Addis Abeba (Etiopia)(8), come pure la dichiarazione sulle sfide e le questioni fondiarie in Africa(9), adottata dai capi di Stato dell'Unione africana durante il vertice tenutosi a Sirte (Libia) nel luglio 2009, che ha chiesto l'efficace attuazione del quadro e degli orientamenti di politica fondiaria,

–  visti i principi guida sugli investimenti fondiari su larga scala in Africa, adottati dalla conferenza congiunta dei ministri dell'Agricoltura, dello sviluppo rurale, della pesca e dell'acquacoltura riunitisi ad Addis Abeba il 1° e il 2 maggio 2014(10),

–  vista la dichiarazione del maggio 2013 delle organizzazioni della società civile dell'Africa dal titolo "Modernising African agriculture - Who benefits?" (Modernizzare l'agricoltura africana - Chi ne beneficia?)(11),

–  vista la dichiarazione Djimini delle organizzazioni dei piccoli proprietari terrieri dell'Africa occidentale del 13 marzo 2014(12),

–  visti gli orientamenti volontari della FAO per sostenere la realizzazione progressiva del diritto a un'alimentazione adeguata nel contesto della sicurezza alimentare nazionale, del 2004(13),

–  vista la relazione del 2009 della Valutazione internazionale del ruolo della conoscenza, della scienza e della tecnologia agricole per lo sviluppo (International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development, IAASTD) dal titolo "Agriculture at a crossroads" (L'agricoltura a un bivio)(14),

–  visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1966(15),

–  vista la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) del 1979(16),

–  vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli del 1987(17),

–  vista la dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni del 2007(18),

–  visti i principi di base e le linee guida dell'ONU sugli sgomberi e gli spostamenti indotti dallo sviluppo, pubblicati nel 2007(19),

–  visti i principi guida su imprese e diritti umani approvati nel 2011 dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani(20), nonché le linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali, aggiornate nel 2011(21),

–  visto il partenariato di Busan per un'efficace cooperazione allo sviluppo del 2011(22),

–  viste le linee guida volontarie sulla gestione responsabile della terra, dei territori di pesca e delle foreste del 2012(23),

–  vista la Convenzione internazionale per la protezione dei ritrovati vegetali del 1991 (Convenzione UPOV)(24),

–  visto il trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura (ITPGRFA) del 2001(25),

–  visti la convenzione sulla diversità biologica del 1992 e i protocolli ad essa associati di Cartagena sulla biosicurezza (2000) e di Nagoya sull'accesso alle risorse genetiche e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione (2010)(26),

–  vista la legge modello africana sulla biosicurezza(27),

–  vista la risoluzione sulla legislazione fondiaria in una prospettiva di sovranità alimentare, adottata dall'Assemblea parlamentare della Francofonia il 12 luglio 2012(28),

–  vista la risoluzione sulle conseguenze sociali e ambientali della pastorizia per i paesi ACP, approvata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE ad Addis Abeba il 27 novembre 2013(29),

–  viste la comunicazione della Commissione dal titolo "Un quadro strategico dell'UE per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare i problemi della sicurezza alimentare"(30), approvata il 31 marzo 2010, e le conclusioni del Consiglio sul quadro strategico, approvate il 10 maggio 2010(31),

–  viste le conclusioni del Consiglio, del 28 maggio 2013, in materia di sicurezza alimentare e nutrizionale(32),

–  visto il piano d'azione della Commissione sulla nutrizione, del luglio 2014(33),

–  vista la sua risoluzione del 27 settembre 2011 su un quadro strategico dell'Unione europea per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare i problemi della sicurezza alimentare(34),

–  vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2013 sull' approccio dell'Unione europea alla resilienza e la riduzione del rischio di catastrofi nei paesi in via di sviluppo: imparare dalle crisi della sicurezza alimentare(35),

–  vista la sua risoluzione del 13 marzo 2014 sul ruolo dei diritti di proprietà, del regime di proprietà e della creazione di ricchezza per l'eliminazione della povertà e la promozione dello sviluppo sostenibile nei paesi in via di sviluppo(36),

–  vista la sua risoluzione del 12 marzo 2015 sulla Tanzania, in particolare sulla questione dell'accaparramento dei terreni(37),

–  vista la dichiarazione della Convergenza globale delle lotte per la terra e l'acqua, rilasciata in occasione del Forum sociale mondiale svoltosi a Tunisi nel marzo 2015(38);

–  vista la sua risoluzione del 30 aprile 2015 su Expo Milano 2015: Nutrire il pianeta, energia per la vita(39),

–  visto l'appello della società civile africana a includere la sovranità alimentare e il diritto all'alimentazione nell'agenda della presidenza tedesca del G7 del giugno 2015(40);

–  vista la Carta di Milano(41), eredità di Expo 2015: Nutrire il pianeta, energia per la vita, sottoscritta da oltre un milione di capi di Stato, governi e semplici cittadini, che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione nazionale e internazionale ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo, e include impegni vincolanti per garantire un effettivo diritto al cibo nel mondo,

–  visto il Comitato delle Nazioni Unite per la sicurezza alimentare mondiale, quale consesso appropriato per concordare linee guida strategiche a livello internazionale sul tema e assemblea in cui le parti interessate possono far sentire la loro voce,

–  visto il Milan Urban Food Policy Pact del 15 ottobre 2015(42), promosso dal Comune di Milano e sottoscritto da 113 città nel mondo, che è stato presentato al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon e che evidenzia il ruolo centrale delle città nella creazione di politiche sul cibo,

–  vista la sua risoluzione del 21 gennaio 2016 sulla situazione in Etiopia(43),

–  vista l'audizione pubblica sulla Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione, organizzata dalla commissione per lo sviluppo il 1° dicembre 2015(44),

–  visto lo studio dal titolo "New Alliance for Food and Nutrition Security in Africa" (Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione in Africa), a cura del professor Olivier de Schutter, richiesto dalla commissione per lo sviluppo e pubblicato dalla Direzione generale delle Politiche esterne nel novembre 2015(45),

–  visto l'articolo 52 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per lo sviluppo e il parere della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A8-0169/2016),

A.  considerando che la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione in Africa mira a rafforzare la sicurezza alimentare e la nutrizione aiutando 50 milioni di persone nell'Africa subsahariana a uscire dalla povertà entro il 2020; che i paesi partecipanti hanno negoziato quadri di cooperazione per paese che sanciscono l'impegno ad agevolare gli investimenti privati nel settore dell'agricoltura in Africa;

B.  considerando che negli ultimi trenta anni l'agricoltura su piccola scala è stata trascurata in Africa, mentre è cresciuta sensibilmente la dipendenza dei paesi a basso reddito dalle importazioni di generi alimentari, che li ha resi vulnerabili alle variazioni dei prezzi sui mercati internazionali;

C.  considerando che i grandi partenariati pubblico-privati (PPP) rischiano di creare posizioni dominanti a favore delle imprese agricole di maggiori dimensioni nell'agricoltura africana, che escludono le imprese locali;

D.  considerando che gli investimenti privati nel quadro della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione in Africa hanno interessato più di 8,2 milioni di piccoli agricoltori e creato più di 21 000 posti di lavoro, di cui oltre la metà destinati alle donne;

E.  considerando che la crisi alimentare del 2008 ha portato a riconoscere universalmente la necessità di sostenere la produzione alimentare su piccola scala destinata ai mercati nazionali;

F.  considerando che l'avvio di programmi di adeguamento strutturale agli inizi degli anni '80 ha contribuito a sviluppare un'agricoltura guidata dalle esportazioni, nell'ambito della quale è stata accordata priorità all'aumento della produzione di colture commerciali per i mercati globali; che tale scelta ha favorito forme di produzione su vasta scala, altamente capitalizzate e meccanizzate, mentre, in confronto, l'agricoltura su piccola scala è stata trascurata;

G.  considerando che i mercati internazionali saranno più volatili in futuro; che gli Stati non dovrebbero correre il rischio di dipendere eccessivamente dalle importazioni, ma dovrebbero investire principalmente nella produzione alimentare a livello nazionale per creare resilienza;

H.  considerando che le imprese agricole a conduzione familiare e i piccoli proprietari terrieri devono essere al centro della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione;

I.  considerando che la sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo dipende in larga misura dall'uso sostenibile delle risorse naturali;

J.  considerando che i cosiddetti "poli d'espansione" mirano ad attrarre investitori internazionali mettendo terreni a disposizione delle grandi imprese private e che ciò non deve andare a scapito di quelle agricole a conduzione familiare;

K.  considerando che gli accordi sulla Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione non contengono alcun indicatore concreto sulla fame e la malnutrizione;

L.  considerando che le imprese agricole a conduzione familiare e i piccoli proprietari terrieri hanno dimostrato di poter fornire prodotti diversificati e di aumentare la produzione alimentare in modo sostenibile attraverso l'impiego di pratiche agroecologiche;

M.  considerando che le monocolture aumentano la dipendenza dai fertilizzanti chimici e dai pesticidi, provocano un massiccio degrado del territorio e contribuiscono ai cambiamenti climatici;

N.  considerando che l'agricoltura è responsabile di almeno il 14 % delle emissioni annue totali di gas serra, soprattutto a causa dell'uso di concimi azotati;

O.  considerando che, sebbene esistano diverse forme di proprietà fondiaria (consuetudinaria, pubblica e privata), la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione fa riferimento quasi esclusivamente all'attribuzione dei titoli fondiari nel trattare la questione dei diritti fondiari;

P.  considerando che nel 2050 il 70 % della popolazione del pianeta vivrà nelle grandi città e la nutrizione sarà sempre più una questione che richiede una risposta globale e locale allo stesso tempo;

Q.  considerando che l'attribuzione dei titoli fondiari non costituisce l'unica garanzia a protezione dall'esproprio della terra e dal trasferimento;

R.  considerando che la dimensione di genere è un aspetto molto importante degli investimenti in agricoltura in Africa; che le donne provenienti dalle zone rurali sono da sempre discriminate per quanto riguarda l'accesso a una serie di risorse produttive, tra cui terra, credito, fattori produttivi e servizi;

S.  considerando che, fino a poco tempo fa, il sostegno all'agricoltura era incentrato sulle produzioni da esportazione gestite da uomini, mentre alle donne era perlopiù affidato il compito di produrre gli alimenti necessari al sostentamento della famiglia;

T.  considerando che, secondo le stime della FAO, in tutto il mondo si è assistito alla perdita del 75 % circa della diversità fitogenetica; che l'ampia erosione genetica aumenta la vulnerabilità ai cambiamenti climatici e alla comparsa di nuovi parassiti e di nuove malattie;

U.  considerando che il controllo, la proprietà e l'accessibilità economica delle sementi sono essenziali per la resilienza della sicurezza alimentare degli agricoltori poveri;

V.  considerando che è opportuno tutelare il diritto degli agricoltori di moltiplicare, utilizzare, scambiare e vendere le loro sementi;

W.  considerando che il miglioramento delle carenze a livello alimentare in Africa è al centro dell'agenda per lo sviluppo sostenibile; che un'alimentazione inadeguata è il risultato dell'interazione di una serie di processi legati, ad esempio, all'assistenza sanitaria, all'istruzione, alle condizioni igienico-sanitarie, all'accesso alle risorse, all'emancipazione femminile;

X.  considerando che gli impegni presi a norma del quadro di cooperazione per paese in materia di riforme normative nel settore delle sementi puntano a rafforzare la privativa per ritrovati vegetali a scapito degli attuali sistemi di sementi contadine ai quali gli agricoltori più poveri fanno ancora ampiamente riferimento;

Investimenti agricoli in Africa e conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile

1.  osserva che vari quadri di cooperazione per paese si concentrano sullo sviluppo di particolari settori economici allo scopo di rendere massimi gli investimenti attraverso iniziative che variano dalle infrastrutture stradali ed energetiche ai regimi fiscali, doganali o fondiari; sottolinea altresì la necessità di migliorare l'accesso all'acqua e di garantirne la centralità, rafforzando l'educazione alimentare e condividendo le strategie a livello di pratiche di eccellenza;

2.  osserva che le politiche in materia di investimenti agricoli si concentrano principalmente sulle acquisizioni di terreni su vasta scala e su un'agricoltura orientata alle esportazioni, che di solito è scollegata dalle economie locali; constata che lo sviluppo dell'irrigazione estensiva nelle aree geografiche di investimento oggetto della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione può ridurre la disponibilità di acqua per altri utilizzatori, come piccoli agricoltori o allevatori; sottolinea che, in tali circostanze, la capacità dei grandi PPP di contribuire a ridurre la povertà e a garantire la sicurezza alimentare deve essere valutata in modo critico e migliorata; sottolinea che le politiche in materia di investimenti agricoli dovrebbero essere legate allo sviluppo dell'economia locale, compresi i piccoli proprietari terrieri e le imprese agricole a conduzione familiare, e sostenerlo; rammenta che le linee guida della FAO sulla proprietà fondiaria raccomandano di garantire l'accesso alla terra in modo tale da consentire alle famiglie di produrre cibo per il proprio consumo privato e aumentare il proprio reddito; sottolinea la necessità che gli investimenti fondiari su vasta scala in Africa siano basati su tali linee guida, garantendo alle comunità locali e ai piccoli proprietari terrieri l'accesso alla terra, promuovendo gli investimenti a favore delle PMI locali e facendo sì che i PPP contribuiscano alla sicurezza alimentare e alla riduzione della povertà e delle disuguaglianze;

3.  sottolinea che il processo decisionale nel quadro di cooperazione non ha coinvolto tutte le parti interessate, ma ha invece escluso, tra l'altro, le comunità rurali, i lavoratori del settore agricolo, i piccoli agricoltori, i pescatori e i popoli indigeni, e ha violato il loro diritto di partecipare;

4.  deplora la mancata consultazione delle organizzazioni della società civile africane nell'avvio della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione; sottolinea che il coinvolgimento dei gruppi caratterizzati da insicurezza alimentare nelle politiche che li riguardano dovrebbe diventare il perno di tutte le politiche in materia di sicurezza alimentare;

5.  evidenzia che la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione si è impegnata a promuovere una crescita inclusiva, basata sull'agricoltura, che sostenga l'agricoltura su piccola scala e contribuisca a ridurre la povertà, la fame e la denutrizione; sottolinea, a tal fine, che la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione deve limitare, per quanto possibile, il ricorso a fertilizzanti chimici e pesticidi, alla luce delle loro conseguenze sulla salute e sull'ambiente per le comunità locali, come la perdita di biodiversità e l'erosione del suolo;

6.  critica l'idea di fondo secondo cui gli investimenti delle imprese in agricoltura migliorano automaticamente l'alimentazione e la sicurezza alimentare e riducono la povertà;

7.  osserva che la relazione 2011 del G20 sottolinea come gli investimenti indotti da motivi fiscali possono risultare transitori; ribadisce che numerosi sondaggi sulla motivazione degli investitori hanno evidenziato un impatto neutro o negativo degli incentivi fiscali speciali sulle loro decisioni di investimento(46);

8.  rileva che gli incentivi fiscali, tra cui le esenzioni dall'imposta sulle imprese in zone economiche speciali, erodono il gettito fiscale degli Stati africani che avrebbe potuto essere una fonte di investimenti vitali in agricoltura, soprattutto in programmi per la sicurezza alimentare e nutrizionali(47);

9.  invita i governi e i donatori a sospendere o a rivedere tutte le politiche, i progetti e le consulenze che direttamente incoraggiano e facilitano l'accaparramento di terra attraverso progetti e investimenti fortemente iniqui, o incentivano indirettamente l'incremento della pressione sulla terra e sulle risorse naturali, che possono essere causa di gravi violazioni dei diritti umani; invita a sostituirli con politiche che tutelino e diano priorità ai bisogni dei piccoli produttori, in particolare le donne, e all'uso sostenibile dei suoli;

10.  mette in guardia dal riprodurre in Africa il modello di "rivoluzione verde" dell'Asia degli anni '60 e dall'ignorarne le conseguenze negative in termini sociali e ambientali; rammenta che gli obiettivi di sviluppo sostenibile comprendono l'obiettivo di promuovere l'agricoltura sostenibile, che deve essere raggiunto entro il 2030;

11.  osserva con preoccupazione che in Malawi la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione promuove l'aumento della produzione del tabacco anziché favorire mezzi di sussistenza alternativi in conformità degli obblighi di cui alla convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità per la lotta al tabagismo del 2005 e degli impegni presi nell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile;

12.  esorta gli Stati membri dell'UE ad adoperarsi per trasformare la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione in un reale strumento per lo sviluppo sostenibile e in un mezzo a sostegno delle imprese agricole a conduzione familiare e delle economie locali nell'Africa sub-sahariana, rammentando che i piccoli agricoltori e i piccoli proprietari terrieri producono circa l'80 % del cibo mondiale e offrono oltre il 60 % dei posti di lavoro nella regione;

13.  osserva con preoccupazione che i quadri di cooperazione per paese si riferiscono solo in modo selettivo alle norme internazionali che definiscono gli investimenti responsabili in agricoltura e che essi non fanno mai riferimento alle linee guida volontarie della FAO del 2004 per sostenere la realizzazione progressiva del diritto a un'alimentazione adeguata nel contesto della sicurezza alimentare nazionale, né ad alcun obbligo degli investitori privati di rispettare i diritti umani;

14.  invita l'UE e gli Stati membri, in quanto principali donatori, nel loro insieme, di aiuti allo sviluppo del mondo:

   ad assicurare che gli investitori con sede nell'UE rispettino, e incoraggino gli altri partner dell'alleanza a rispettare, i diritti delle comunità locali e le esigenze delle piccole aziende agricole, seguendo un approccio basato sui diritti umani nell'ambito dei quadri di cooperazione, compreso il mantenimento delle salvaguardie dei diritti in materia ambientale, sociale, fondiaria, del lavoro e dei diritti umani e gli standard più elevati in materia di trasparenza nei loro piani di investimento;
   a garantire che gli investitori con sede nell'UE attuino una politica di responsabilità sociale nella redazione dei contratti di lavoro e non sfruttino il loro vantaggio economico a scapito dei lavoratori provenienti da comunità locali;
   a sostenere e a promuovere le imprese e le parti interessate a livello locale in Africa, quali attori principali e beneficiari delle iniziative della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione;
   ad applicare la recente decisione dell'OMC di sopprimere i sussidi alle esportazioni agricole che distorcono i mercati locali e distruggono i mezzi di sussistenza nei paesi in via di sviluppo;
   a eliminare gli ostacoli tariffari che disincentivano i paesi africani dall'aggiungere valore locale ai prodotti di base;

15.  invita i paesi partecipanti:

   ad assicurare che le riforme finanziarie, fiscali o amministrative non esonerino gli investitori dall'apportare un equo contributo alla base imponibile dei paesi partecipanti, né diano un ingiusto vantaggio agli investitori a scapito dei piccoli proprietari terrieri;
   a garantire che i rispettivi governi conservino il diritto di proteggere i propri mercati agricoli e alimentari tramite adeguati regimi fiscali e doganali, particolarmente necessari per combattere la speculazione finanziaria e l'evasione fiscale;
   ad adottare politiche che favoriscano un commercio responsabile e a impegnarsi per eliminare gli ostacoli tariffari che scoraggiano il commercio regionale;

Governance, titolarità e responsabilità

16.  ricorda l'impegno preso dalle parti della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione per l'integrazione degli orientamenti volontari della FAO a sostegno della realizzazione progressiva del diritto a un'alimentazione adeguata nel contesto della sicurezza alimentare nazionale e chiede alle parti della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione di impegnarsi per dare attuazione alle norme internazionali che definiscono gli investimenti responsabili in agricoltura e ad attenersi ai principi guida su imprese e diritti umani e alle linee guida dell'OCSE per le imprese multinazionali;

17.  insiste affinché la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione rafforzi la buona governance delle risorse naturali, garantendo in particolare l'accesso delle popolazioni alle proprie risorse e tutelando i loro diritti nell'ambito dei contratti sulle transazioni relative alle risorse naturali;

18.  invita l'Unione europea a farsi promotrice, in accordo con le Nazioni Unite, dell'adozione vincolante della Carta di Milano e degli impegni in essa contenuti da parte di tutti i paesi;

19.  ricorda l'importanza della regolazione delle acque e della lotta contro il cambiamento climatico per l'agricoltura sostenibile; invita tutti i partner della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione a porre l'accento sul miglioramento dell'accesso all'acqua e alle tecniche di irrigazione e sul rafforzamento della protezione dell'ambiente e del suolo;

20.  invita l'Unione europea a farsi promotrice, in accordo con le Nazioni Unite, dell'adozione e della diffusione del Milan Urban Food Policy Pact;

21.  invita i paesi partecipanti a impegnarsi ad attuare le norme internazionali che regolano gli investimenti attraverso un approccio basato sui diritti umani, compresi il quadro e gli orientamenti di politica fondiaria in Africa e i principi guida sugli investimenti fondiari su larga scala in Africa dell'Unione africana;

22.  chiede la pubblicazione integrale di tutte le lettere di intenti nell'ambito dei quadri di cooperazione per paese; sottolinea la necessità di solidi quadri istituzionali e giuridici per garantire l'equa ripartizione dei rischi e dei benefici; sottolinea che la partecipazione attiva della società civile all'interno della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione è fondamentale per rafforzare la trasparenza e garantire il raggiungimento dei suoi obiettivi; rammenta la necessità di incoraggiare il dialogo e la consultazione con tutti i gruppi della società civile;

23.  si rammarica che l'unico indicatore comune ai dieci quadri di cooperazione della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione sia l'indice "Doing Business" della Banca mondiale;

24.  sottolinea che le imprese private che partecipano alle iniziative di sviluppo multilaterale dovrebbero essere chiamate a rispondere del loro operato; invita le parti della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione, a tale scopo, a presentare una relazione annuale sulle azioni intraprese nel quadro della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione, che dovrebbe essere pubblica e accessibile alle popolazioni e alle comunità locali, come pure a istituire un meccanismo indipendente di rendicontabilità, che preveda un mezzo di ricorso per le popolazioni e le comunità locali; sottolinea altresì che gli investimenti della Nuova alleanza che incidono sui diritti fondiari devono essere oggetto di uno studio preliminare e indipendente d'impatto riguardante i diritti fondiari e devono essere conformi agli orientamenti volontari della FAO sulla gestione responsabile della terra, dei territori di pesca e delle foreste;

25.  osserva che le imprese multinazionali che operano nell'ambito della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione favoriscono l'agricoltura a contratto su vasta scala, il che determina un rischio di emarginazione per i piccoli produttori; invita i dieci paesi africani che partecipano alla Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione a garantire che l'agricoltura a contratto rechi vantaggi sia agli acquirenti sia ai fornitori locali; ritiene pertanto fondamentale rafforzare, ad esempio, le organizzazioni degli agricoltori, in modo da migliorare la loro posizione negoziale;

26.  evidenzia che il settore privato provvede già al 90 % dell'occupazione nei paesi partner e che il potenziale della partecipazione del settore privato è innegabile, dal momento che le imprese private si trovano nella posizione ideale per fornire una base sostenibile alla mobilitazione delle risorse interne, il che costituisce il fondamento di qualsiasi programma di aiuti; sottolinea l'importanza di un quadro normativo trasparente che definisca chiaramente i diritti e gli obblighi di tutti i soggetti, compresi gli agricoltori poveri e i gruppi vulnerabili, dal momento che in assenza di tale quadro non è possibile tutelare efficacemente questi diritti;

27.  chiede la revisione dei quadri di cooperazione per paese in modo da fronteggiare efficacemente i rischi associati all'agricoltura a contratto e ai regimi di produzione a contratto per i piccoli produttori, garantendo clausole contrattuali eque, che comprendano accordi in materia di prezzo, il rispetto dei diritti delle donne, il supporto all'agricoltura sostenibile nonché meccanismi adeguati di composizione delle controversie;

Accesso alla terra e sicurezza della proprietà fondiaria

28.  avverte che prestare attenzione esclusivamente all'attribuzione dei titoli fondiari spesso genera insicurezza tra i piccoli produttori alimentari e le popolazioni indigene, in particolare le donne, i cui diritti fondiari non sono giuridicamente riconosciuti e che sono esposti ad accordi fondiari iniqui, espropri senza consenso o mancanza di equa compensazione;

29.  sottolinea la necessità che i piccoli produttori alimentari ricoprano posizioni di primo piano, in modo tale che le loro organizzazioni indipendenti possano sostenerli nel controllo della terra, delle risorse naturali e dei programmi;

30.  rileva con preoccupazione che gli investitori e le élite locali che partecipano agli accordi fondiari descrivono spesso le aree interessate come "vuote", "inutilizzate" o "sottoutilizzate", sebbene le terre realmente inutilizzate in Africa siano molto poche, alla luce, ad esempio, della diffusione delle attività legate alla pastorizia;

31.  sottolinea che 1,2 miliardi di persone continuano a vivere senza un accesso permanente alla terra oppure occupano proprietà sulle quali non possono rivendicare alcun diritto formale o giuridico, non dispongono di rilevamenti per delimitare le loro terre, né di mezzi giuridici o finanziari per trasformare la proprietà in capitale;

32.  si compiace che le linee guida volontarie del 2012 sulla gestione responsabile della terra, dei territori di pesca e delle foreste siano state incluse in tutti i quadri di cooperazione per paese; chiede l'attuazione efficace e la valutazione sistematica della conformità con le suddette linee guida e con il quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile nell'ambito del processo di riesame dei quadri di cooperazione per paese;

33.  insiste affinché la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione ponga l'accento sulla lotta contro l'accaparramento di terreni che viola i diritti umani privando le comunità locali dei terreni da cui dipendono per produrre il cibo e nutrire le proprie famiglie; ricorda che in molti paesi in via di sviluppo l'accaparramento delle terre ha privato le persone del lavoro e dei mezzi di sussistenza e le ha costrette a lasciare le proprie case;

34.  invita i paesi partecipanti:

   a garantire modalità di partecipazione e d'integrazione che attribuiscano la priorità ai diritti, alle necessità e agli interessi dei portatori legittimi di diritti alla terra, in particolar modo i piccoli proprietari e le piccole aziende agricole familiari; ad assicurare, in particolare, che si disponga del libero, previo e informato consenso di tutte le comunità che vivono su terreni oggetto di un trasferimento di proprietà e/o di controllo,
   ad adottare misure nazionali vincolanti contro l'accaparramento di terreni, la corruzione basata sui trasferimenti fondiari, nonché l'utilizzo dei terreni per investimenti speculativi,
   a monitorare i sistemi di attribuzione dei titoli fondiari e di certificazione, per garantire che siano trasparenti e non concentrino la proprietà fondiaria o non esproprino le comunità delle risorse di cui necessitano;
   a garantire che l'assistenza finanziaria non sia utilizzata a sostegno di iniziative che consentono alle imprese di costringere le comunità locali a spostarsi;
   a riconoscere tutti i diritti legittimi alla terra e garantire la certezza giuridica sui diritti fondiari, compresi i diritti di proprietà fondiaria informali, autoctoni e consuetudinari; a promuovere nuove leggi e/o attuare efficacemente quelle esistenti, in conformità con le linee guida volontarie sulla gestione responsabile della terra, dei territori di pesca e delle foreste, per garantire adeguate misure di salvaguardia per le operazioni fondiarie su vasta scala, come ad esempio massimali sulle operazioni fondiarie ammissibili, e a disciplinare le basi per l'approvazione, da parte dei parlamenti nazionali, dei trasferimenti che superano una determinata entità;
   a garantire il rispetto del principio del libero, previo e informato consenso per tutte le comunità colpite dall'accaparramento di terreni e ad assicurare lo svolgimento di consultazioni che garantiscano un'equa partecipazione di tutti i gruppi delle comunità locali, in particolare quelli più vulnerabili ed emarginati;

35.  rammenta altresì che i diritti derivanti dalla proprietà consuetudinaria dovrebbero essere riconosciuti e tutelati dall'ordinamento giuridico conformemente alle disposizioni e alle sentenze della Commissione africana dei diritti dell'uomo e dei popoli;

36.  chiede che la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione sia sottoposta a una valutazione d'impatto ex ante per quanto concerne i diritti fondiari e sia subordinata al libero, previo e informato consenso delle popolazioni locali interessate;

37.  è favorevole a un meccanismo di controllo solido e innovativo in seno al Comitato per la sicurezza alimentare mondiale; invita l'UE ad assumere una posizione rilevante, in consultazione con le organizzazioni della società civile, onde contribuire all'evento globale di controllo nell'ambito della 43a sessione del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale nell'ottobre 2016, al fine di garantire una valutazione completa e approfondita dell'uso e dell'applicazione delle linee guida sulla proprietà fondiaria;

38.  invita i governi degli Stati coinvolti ad assicurare che le imprese esaminino attentamente l'impatto delle loro attività sui diritti umani (dovere di diligenza), realizzando e pubblicando valutazioni indipendenti ed ex ante dell'impatto sui diritti umani, sociali e ambientali e rafforzando e assicurando l'accesso a meccanismi di reclamo per i diritti umani a livello nazionale che siano indipendenti, trasparenti, affidabili e responsabili;

39.  invita le parti della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione a porre in essere meccanismi di ricorso indipendenti per le comunità che hanno subito l'esproprio di terreni in seguito a progetti di investimento su vasta scala;

40.  rammenta che per la lotta alla malnutrizione è necessario uno stretto collegamento dei settori agricolo, alimentare e della salute pubblica;

Sicurezza alimentare, nutrizione e agricoltura familiare sostenibile

41.  ricorda che è necessario compiere tutti gli sforzi possibili per il miglioramento dell'alimentazione e della sicurezza alimentare e per la lotta alla fame, come previsto dall'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 2; insiste sulla necessità di favorire ulteriormente l'emancipazione delle cooperative di agricoltori, che sono fondamentali per lo sviluppo agricolo e la sicurezza alimentare;

42.  osserva che la stabilità è maggiore e l'emigrazione minore quando si può contare sulla sicurezza alimentare, basata su terreni sani e vivi e su ecosistemi agricoli produttivi e resilienti ai cambiamenti climatici;

43.  sottolinea l'importanza fondamentale di un'alimentazione di elevata qualità ed equilibrata e afferma che la nutrizione dovrebbe essere al centro della (ri)costruzione dei sistemi alimentari;

44.  invita pertanto a trovare strumenti per sostituire l'eccessiva dipendenza dai prodotti alimentari importati con una produzione alimentare interna resiliente, dando la priorità alle colture locali che soddisfano le esigenze nutrizionali; osserva che ciò è sempre più importante in quanto il clima e i mercati diventano sempre più instabili;

45.  ricorda che l'apporto energetico, da solo, non può essere utilizzato per indicare lo stato nutrizionale;

46.  sottolinea la necessità di strategie volte a ridurre al minimo lo spreco di alimenti lungo tutta la catena alimentare;

47.  sottolinea la necessità di tutelare la biodiversità agricola; invita gli Stati membri dell'UE a investire nelle pratiche agroecologiche nei paesi in via di sviluppo, in linea con le conclusioni della IAASTD, le raccomandazioni del relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all'alimentazione e gli obiettivi di sviluppo sostenibile;

48.  sostiene l'elaborazione di politiche a favore dell'agricoltura familiare sostenibile e che incoraggiano i governi a realizzare le condizioni per lo sviluppo dell'agricoltura familiare (politiche favorevoli, legislazione adeguata, pianificazione partecipativa per il dialogo politico, investimenti);

49.  invita i governi africani:

   a investire nei sistemi alimentari locali al fine di favorire le economie rurali e assicurare posti di lavoro dignitosi, strumenti di ammortizzazione sociale e diritti del lavoro equi, a migliorare le disposizioni per il controllo democratico relativo all'accesso alle risorse, comprese le sementi contadine, come pure a garantire il coinvolgimento reale dei produttori su piccola scala nei processi politici e nella relativa attuazione; evidenzia, in particolare, che la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione deve incoraggiare la creazione di industrie di trasformazione nel settore agricolo a livello nazionale, nonché il miglioramento delle tecniche di conservazione degli alimenti, e deve rafforzare il legame tra l'agricoltura e il commercio in modo da sviluppare mercati locali, nazionali e regionali che portino benefici ai piccoli agricoltori e forniscano ai consumatori alimenti di qualità a prezzi accessibili;
   a evitare un'eccessiva dipendenza dei sistemi di produzione alimentare dai combustibili fossili, nella prospettiva di limitare la volatilità dei prezzi e di attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici;
   a sviluppare filiere alimentari brevi a livello locale e regionale, nonché infrastrutture di stoccaggio e di comunicazione adeguate a tale scopo, dal momento che le filiere corte sono più efficaci nella lotta contro la fame e la povertà rurale;
   a permettere agli agricoltori africani di accedere a soluzioni tecnologiche a prezzi accessibili e a basso impiego di fattori produttivi per le sfide agronomiche specifiche dell'Africa;
   a promuovere un'ampia varietà di colture alimentari nutrienti, locali e per quanto possibile stagionali, preferendo le varietà e le specie autoctone o adattate a livello locale, tra cui frutta, verdura e frutta a guscio, al fine di migliorare la nutrizione attraverso la continuità di accesso a una dieta varia, sana e a prezzi accessibili, adeguata in termini di qualità, quantità e diversità, e non soltanto di apporto calorico, e coerente con i valori culturali;
   a impegnarsi per la piena attuazione del codice internazionale per la commercializzazione dei succedanei del latte materno e delle risoluzioni approvate dall'Assemblea mondiale della sanità sull'alimentazione dei lattanti e dei bambini;
   a creare, promuovere e sostenere le organizzazioni di produttori quali le cooperative, che rafforzano le posizioni negoziali degli agricoltori, consentono le condizioni necessarie per garantire che i mercati remunerino meglio i piccoli agricoltori e permettono la condivisione delle conoscenze e delle migliori prassi tra i piccoli agricoltori;

50.  sottolinea che la Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione deve puntare a creare strutture agricole calibrate su scala regionale nella fase primaria e di lavorazione;

51.  invita i governi africani a promuovere la solidarietà tra le generazioni, riconoscendone il ruolo essenziale nel quadro della lotta contro la povertà;

52.  sottolinea l'importanza di promuovere programmi di educazione all'alimentazione all'interno delle scuole e delle comunità locali;

53.  sottolinea il fatto che il diritto all'acqua va di pari passo con il diritto al cibo e che alla risoluzione dell'ONU del 2010 non ha ancora fatto seguito un'azione decisiva per stabilire il diritto all'acqua quale diritto umano; chiede all'UE di esaminare la proposta del comitato italiano per un contratto mondiale sull'acqua (CICMA) di un protocollo opzionale al Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali;

54.  riconosce il ruolo fondamentale dell'accesso all'acqua potabile e l'impatto che può avere l'agricoltura in questo senso;

55.  riconosce il ruolo dell'accesso all'acqua per le necessità agricole, nonché i rischi di affidarsi eccessivamente a risorse idriche preziose per l'irrigazione e, alla luce di ciò, evidenzia la necessità di ridurre le pratiche di irrigazione che comportano sprechi e sottolinea il ruolo che possono svolgere le tecniche agronomiche di conservazione dell'acqua per evitare l'evapotraspirazione, trattenere l'acqua in un suolo sano e vivo e proteggere le risorse di acqua potabile dall'inquinamento;

56.  osserva che la gestione sostenibile dei terreni può determinare un aumento della produzione alimentare mondiale fino al 58 %(48);

57.  evidenzia le sinergie tra gli approcci basati sul suolo e sulle piante e l'importanza dell'adattamento degli ecosistemi agricoli ai cambiamenti climatici; segnala soprattutto la forte domanda di legna da ardere; osserva, in particolare, i molteplici usi delle piante azotofissatrici;

58.  riconosce le specifiche esigenze dell'agricoltura nelle regioni tropicali e semiaride, in particolare per quanto riguarda le colture che necessitano ombreggiamento dal sole e la protezione del suolo; ritiene che le monocolture estrattive siano superate e osserva che sono sempre meno utilizzate nei paesi donatori della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione;

59.  mette in guardia dalla dipendenza eccessiva dalla produzione di materie prime agricole non alimentari, segnatamente materie prime dei biocarburanti, nelle iniziative finanziate dalla Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione, nell'ambito delle quali la produzione di dette materie prime può avere effetti negativi sulla sicurezza e la sovranità alimentare dei paesi partecipanti;

60.  osserva che le tecniche agronomiche, che accelerano processi naturali come la formazione di terriccio, la regolazione delle acque e dei parassiti o il ciclo dei nutrienti chiuso, possono assicurare la produttività a lungo termine e la fertilità a costi ridotti per gli agricoltori e le amministrazioni;

61.  osserva che i prodotti agrochimici possono essere utilizzati in modo eccessivo o inappropriato nei paesi in via di sviluppo, come quelli che partecipano alla Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione;

62.  osserva che tale problema è aggravato dall'analfabetismo e dalla mancanza di una formazione adeguata e può tradursi in livelli molto elevati di residui di pesticidi nella frutta e verdura fresca, nonché in avvelenamenti e altri effetti sulla salute degli agricoltori e delle loro famiglie;

Riforma della regolamentazione nel settore delle sementi

63.  ricorda che il diritto degli agricoltori di produrre, scambiare e vendere liberamente le sementi costituisce il fondamento del 90 % dei mezzi di sussistenza agricola in Africa e che la diversità delle sementi è essenziale ai fini della resilienza dell'agricoltura ai cambiamenti climatici; sottolinea che le richieste delle imprese di rafforzare la privativa per ritrovati vegetali a norma della convenzione internazionale per la protezione dei ritrovati vegetali (UPOV) del 1991 non deve portare al divieto di tali accordi informali;

64.  prende atto dei rischi della deregolamentazione del settore delle sementi nei paesi partecipanti, che può portare a una dipendenza eccessiva dei piccoli proprietari dalle sementi e dai prodotti fitosanitari di imprese straniere;

65.  rammenta che le disposizioni TRIPS, che richiedono una qualche forma di protezione per le varietà vegetali, non obbligano i paesi in via di sviluppo ad adottare il regime dell'UPOV; ricorda che, tuttavia, tali disposizioni consentono ai paesi di mettere a punto sistemi sui generis che si adattino al meglio alle caratteristiche della produzione agricola nazionale e ai sistemi delle sementi contadine tradizionali, mentre i paesi meno sviluppati che fanno parte dell'OMC sono esentati dal rispettare le disposizioni TRIPS in questione; sottolinea che i sistemi sui generis devono favorire, e non ostacolare, gli obiettivi e gli obblighi previsti dalla convenzione sulla biodiversità (CBD), dal protocollo di Nagoya e dall'ITPGRFA;

66.  deplora la richiesta delle imprese di armonizzare, nel contesto africano e attraverso le istituzioni regionali, le leggi in materia di sementi sulla base dei principi di chiarezza, uniformità e stabilità (DUS), il che ostacolerà lo sviluppo e la crescita dei sistemi delle sementi contadine a livello nazionale e regionale, dal momento che tali sistemi di solito non selezionano e conservano sementi conformi ai criteri DUS;

67.  esorta gli Stati membri del G7 a sostenere i sistemi di sementi gestiti dagli agricoltori tramite le banche di sementi comunitarie;

68.  rammenta che, sebbene le varietà commerciali delle sementi possano avere rese migliori nel breve periodo, le varietà degli agricoltori, gli ecotipi e le relative conoscenze tradizionali sono più idonei ad adattarsi agli specifici contesti agroecologici e ai cambiamenti climatici; rammenta inoltre che tale maggiore resa dipende dall'impiego di fattori (fertilizzanti, pesticidi, sementi ibride) che rischiano di intrappolare gli agricoltori in un circolo vizioso di debito;

69.  osserva con preoccupazione che l'introduzione e la diffusione di sementi certificate in Africa aumenta la dipendenza dei piccoli proprietari terrieri, accresce le probabilità di indebitamento e mette in pericolo la diversità delle sementi;

70.  chiede che sia fornito sostegno alle politiche locali finalizzate a garantire un accesso coerente e sostenibile a un'alimentazione varia e nutriente, in conformità con i principi di titolarità e sussidiarietà;

71.  esorta la Commissione a fare in modo che gli impegni dell'UE a favore dei diritti degli agricoltori nel quadro dell'ITPGRFA si riflettano in tutti gli interventi di assistenza tecnica e sostegno finanziario per lo sviluppo della politica relativa alle sementi; invita l'UE a sostenere i regimi dei diritti di proprietà intellettuale atti a migliorare lo sviluppo di varietà di sementi adattate alle condizioni locali e di sementi conservate dagli agricoltori;

72.  esorta gli Stati membri del G8 a non favorire le coltivazioni OGM in Africa;

73.  rammenta che la legge modello africana sulla biosicurezza stabilisce un parametro di riferimento elevato in materia; ritiene opportuno che tutta l'assistenza dei donatori esteri a favore dello sviluppo della biosicurezza a livello nazionale e regionale sia coerente con questo quadro;

74.  sollecita i paesi africani a non attuare regimi di biosicurezza a livello nazionale o regionale caratterizzati da norme meno severe rispetto a quelle definite nel Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza;

75.  invita i paesi partecipanti a dare agli agricoltori la possibilità di evitare la dipendenza dai fattori produttivi e a sostenere i sistemi delle sementi contadine al fine di mantenere e migliorare la biodiversità agricola, grazie a banche di sementi locali di proprietà pubblica nonché allo sviluppo e agli scambi costanti di varietà di sementi locali, in particolare fornendo flessibilità nell'elaborazione dei cataloghi di sementi in modo da non escludere le varietà degli agricoltori, garantendo al contempo la salvaguardia delle produzioni tradizionali,

76.  invita i paesi partecipanti a salvaguardare e promuovere l'accesso alle sementi e ai fattori di produzione agricoli, nonché il loro scambio, per i piccoli proprietari, i gruppi emarginati e le comunità rurali e a rispettare gli accordi internazionali in materia di divieto di brevettabilità della vita e dei processi biologici, in particolare quando si tratta di varietà e specie autoctone;

77.  pone l'accento sul rischio di una maggiore emarginazione delle donne nei processi decisionali, a seguito dello sviluppo di talune colture commerciali; constata che la formazione nel settore agricolo si rivolge spesso agli uomini e tende a trascurare le donne, le quali si trovano quindi a essere escluse dalla gestione della terra e dei raccolti di cui si sono tradizionalmente occupate;

Genere

78.  deplora che i quadri di cooperazione per paese, in generale, non definiscano precisi impegni in materia di bilancio di genere né prevedano il monitoraggio dei progressi attraverso dati disaggregati; sottolinea la necessità di passare da impegni astratti e generali a impegni concreti e puntuali nell'ambito dei piani d'azione nazionali per conferire potere alle donne in quanto titolari di diritti;

79.  esorta i governi a eliminare tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne in termini di accesso alla terra e ai programmi e servizi di microcredito, come pure a coinvolgere efficacemente le donne nella progettazione e nell'attuazione delle politiche in materia di ricerca e sviluppo in agricoltura;

Finanziamenti a favore degli investimenti agricoli in Africa

80.  sottolinea la necessità di garantire la trasparenza di tutti i finanziamenti concessi alle imprese del settore privato e di rendere pubblici tali finanziamenti;

81.  chiede ai donatori di rendere l'aiuto pubblico allo sviluppo conforme ai principi di efficacia dello sviluppo, di concentrarsi sui risultati ai fini dell'eliminazione della povertà nonché di promuovere partenariati inclusivi, la trasparenza e l'assunzione di responsabilità;

82.  invita i donatori a indirizzare il loro sostegno allo sviluppo dell'agricoltura in primo luogo attraverso i fondi di sviluppo nazionali che concedono sovvenzioni e prestiti ai piccoli proprietari terrieri e alle imprese agricole a conduzione familiare;

83.  esorta i donatori a sostenere l'istruzione, la formazione e la consulenza tecnica a favore degli agricoltori;

84.  invita i donatori a promuovere la nascita di organizzazioni professionali ed economiche di agricoltori e a favorire l'istituzione di cooperative agricole, che consentono l'offerta di mezzi di produzione a prezzi accessibili e aiutano gli agricoltori a trasformare e commercializzare i loro prodotti, salvaguardando nel contempo la redditività della loro produzione;

85.  ritiene che i finanziamenti concessi dai paesi membri del G8 alla Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione siano in contrasto con l'obiettivo di sostenere le imprese locali, le quali non possono competere con le imprese multinazionali che già beneficiano di una posizione di mercato dominante e ricevono spesso privilegi commerciali, tariffari e fiscali;

86.  rammenta che l'aiuto allo sviluppo ha come obiettivo la riduzione della povertà e, in definitiva, la sua eliminazione; ritiene che l'aiuto pubblico allo sviluppo dovrebbe concentrarsi sul sostegno diretto all'agricoltura su piccola scala;

87.  sottolinea la necessità di rilanciare gli investimenti pubblici nell'agricoltura africana, accanto al sostegno agli investimenti privati, e di rendere prioritari quelli a favore dell'agroecologia, onde aumentare in modo sostenibile la sicurezza alimentare e ridurre la povertà e la fame, conservando nel contempo la biodiversità e rispettando la conoscenza e l'innovazione autoctone;

88.  sottolinea che gli Stati membri del G7 dovrebbero garantire ai paesi africani il diritto di tutelare il loro settore agricolo attraverso regimi tariffari e fiscali che favoriscono le imprese agricole a conduzione familiare e i piccoli proprietari terrieri;

89.  invita l'UE ad affrontare tutte le lacune della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione di cui sopra, ad adoperarsi per rafforzarne la trasparenza e la governance e a garantire che le azioni condotte in tale quadro siano coerenti con gli obiettivi della politica di sviluppo;

o
o   o

90.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e alle parti della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione.

(1) Risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite A/RES/70/1.
(2) UN FCCC/CP/2015/L.9/Rev.1
(3) http://www.nepad.org/system/files/caadp.pdf
(4) Assembly/AU/Decl.7(II)
(5) Assembly/AU/Decl.449(XIX)
(6) Assembly/AU/Decl.1(XXIII)
(7) http://www.ifad.org/events/g8/statement.pdf
(8) http://www.uneca.org/publications/framework-and-guidelines-landpolicy-africa
(9) Assembly/AU/Decl.1(XIII) Rev.1
(10) http://www.uneca.org/publications/guiding-principles-large-scale-land-based-investments-africa
(11) http://acbio.org.za/modernising-african-agriculture-who-benefits-civil-society-statement-on-the-g8-agra-and-the-african-unions-caadp/
(12) https://www.grain.org/bulletin_board/entries/4914-djimini-declaration
(13) http://www.fao.org/docrep/009/y7937e/y7937e00.htm
(14) http://www.unep.org/dewa/Assessments/Ecosystems/IAASTD/tabid/105853/Defa
(15) https://treaties.un.org/pages/ViewDetails.aspx?src=IND&mtdsg_no=IV-4&chapter=4&lang=en
(16) http://www.un.org/womenwatch/daw/cedaw/
(17) http://www.achpr.org/instruments/achpr/
(18) http://www.un.org/esa/socdev/unpfii/documents/DRIPS_en.pdf
(19) http://www.ohchr.org/EN/Issues/Housing/Pages/ForcedEvictions.aspx
(20) https://www.unglobalcompact.org/library/2
(21) http://www.oecd.org/corporate/mne/oecdguidelinesformultinationalenterprises.htm
(22) http://www.oecd.org/development/effectiveness/busanpartnership.htm
(23) http://www.fao.org/nr/tenure/voluntary-guidelines/en/
(24) http://www.upov.int/upovlex/en/conventions/1991/content.html
(25) http://www.planttreaty.org/
(26) https://www.cbd.int/
(27) http://hrst.au.int/en/biosafety/modellaw
(28) http://apf.francophonie.org/IMG/pdf/2012_07_session_58_Resolution_Regulation_du_foncier.pdf
(29) GU C 64 del 4.3.2014, pag. 31.
(30) COM(2010)0127
(31) http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/foraff/114357.pdf
(32) http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_Data/docs/pressdata/EN/foraff/137318.pdf
(33) SWD(2014)0234
(34) GU C 56 E del 26.2.2013, pag. 75.
(35) Testi approvati, P7_TA(2013)0578.
(36) Testi approvati, P7_TA(2014)0250.
(37) Testi approvati, P8_TA(2015)0073.
(38) http://viacampesina.org/en/index.php/main-issues-mainmenu-27/agrarian-reform-mainmenu-36/1775-declaration-of-the-global-convergence-of-land-and-water-struggles
(39) Testi approvati, P8_TA(2015)0184.
(40) http://afsafrica.org/wp-content/uploads/2015/05/AFSA-Demands-to-the-Germany-G7-Presidency-Agenda.pdf
(41) http://carta.milano.it/it/
(42) http://www.foodpolicymilano.org/urban-food-policy-pact/
(43) Testi approvati, P8_TA(2016)0023.
(44) http://www.europarl.europa.eu/committees/it/deve/events.html?id=20151201CHE00041
(45) http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2015/535010/EXPO_STU(2015)535010_EN.pdf
(46) Mwachinga, E. (Gruppo sulla semplificazione della tassazione globale, Gruppo della Banca mondiale), "Results of investor motivation survey conducted in the EAC", (Sondaggio sulla motivazione degli investitori effettuato negli Stati della Comunità dell'Africa orientale), presentato a Lusaka, il 12 febbraio 2013.
(47) "Sostegno allo sviluppo di regimi fiscali più efficaci" – relazione presentata al gruppo di lavoro del G20 da FMI, OCSE e Banca mondiale, 2011.
(48) FAO, Partenariato globale per il suolo.

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