Proposta di risoluzione - B8-0700/2016Proposta di risoluzione
B8-0700/2016

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Venezuela

1.6.2016 - (2016/2699(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento

Esteban González Pons, Luis de Grandes Pascual, Antonio Tajani, Cristian Dan Preda, Agustín Díaz de Mera García Consuegra, Gabriel Mato, Davor Ivo Stier, Teresa Jiménez-Becerril Barrio, Carlos Iturgaiz, Francisco José Millán Mon, Milan Zver a nome del gruppo PPE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B8-0700/2016

Procedura : 2016/2699(RSP)
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B8-0700/2016
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B8-0700/2016

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Venezuela

(2015/2699(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue numerose risoluzioni precedenti e recenti sulla situazione in Venezuela, in particolare quella del 27 febbraio 2014 sulla situazione in Venezuela[1], quella del 18 dicembre 2014 sulla persecuzione dell'opposizione democratica in Venezuela[2] e quella del 12 marzo 2015 sulla situazione in Venezuela[3],

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  vista la dichiarazione dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, del 20 ottobre 2014, sulla detenzione di manifestanti e politici in Venezuela,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del proprio regolamento,

A.  considerando che sia l'esecutivo che la Corte suprema, istituita illegalmente, ostacolano i poteri legislativi dell'Assemblea nazionale recentemente eletta sin dalla sua inaugurazione, nel dicembre 2015;

B.  considerando che, nei cinque mesi di attività legislativa della nuova Assemblea nazionale, organo nel quale l'opposizione democratica detiene la maggioranza, la Corte suprema ha emesso 13 sentenze con motivazioni politiche a favore dell'esecutivo, il che pregiudica l'equilibrio dei poteri necessario in un paese disciplinato dallo Stato di diritto;

C.  considerando che decisioni come quella di proclamare il decreto di emergenza economica, eliminare i poteri di controllo politico dell'Assemblea nazionale, rifiutare di riconoscere la facoltà di revoca della nomina di giudici della Corte suprema attribuita dalla costituzione all'Assemblea nazionale, dichiarare incostituzionale la riforma della legislazione sulla Banca centrale del Venezuela, sospendere le disposizioni del regolamento interno dell'Assemblea nazionale in materia di dibattito e confermare il carattere eccezionale del decreto di emergenza economica, fra le altre, sono state adottate contravvenendo ai poteri legislativi dell'Assemblea nazionale, senza alcun rispetto dell'equilibrio dei poteri che è essenziale in un paese governato dallo Stato di diritto;

D.  considerando che il 29 marzo 2016 l'Assemblea nazionale ha approvato la legge di amnistia e di riconciliazione nazionale al fine di liberare i prigionieri politici detenuti in varie carceri del paese, la maggior parte dei quali erano stati incarcerati senza essere stati processati o condannati, e che l'11 aprile 2016 la Corte suprema ha nuovamente dichiarato tale legge incostituzionale;

E.  considerando che negli ultimi 10 anni sono stati arrestati e detenuti per motivi ideologici e politici oltre 5 000 cittadini, nel corso di manifestazioni pubbliche o nell'esercizio di diritti civili, e che 84 di essi sono ancora in carcere, nella maggior parte dei casi senza che abbia avuto luogo il necessario processo o che sia stata emessa una condanna;

F.  considerando che il 4 marzo 2016 è avvenuto un massacro a Tumeremo, nello Stato del Bolívar, dove 28 minatori sono scomparsi per poi essere assassinati, senza che le autorità regionali e nazionali abbiano dato alcuna risposta alle famiglie che reclamano giustizia, e che il 28 aprile 2016 la giornalista Lucia Suárez, la quale aveva recentemente indagato sul caso, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco nella sua casa a Tumeremo;

G.  considerando che è evidente che l'esecutivo venezuelano ha il pieno controllo della magistratura e del Consiglio nazionale elettorale del paese, in palese violazione del principio di indipendenza e separazione dei poteri che caratterizza i paesi democratici disciplinati dallo Stato di diritto;

H.  considerando che gli elevatissimi indici di criminalità e la completa impunità che regnano nel paese hanno trasformato il Venezuela in uno dei paesi più pericolosi del mondo, essendo Caracas la città che presenta il più alto tasso di criminalità violenta al mondo, con oltre 119,87 omicidi ogni 100 000 abitanti;

I.  considerando che i livelli intollerabili di corruzione e di cattiva gestione di fondi pubblici, la mancanza di lungimiranza in merito alle infrastrutture di base e una governance del tutto inefficiente hanno portato a una grave crisi economica e sociale, come dimostrato da un'annosa carenza di risorse, materie prime, fattori di produzione, prodotti alimentari di base e medicinali essenziali, con una produzione pari a zero, e che il paese è sull'orlo di una grave perturbazione sociale che potrebbe condurre a una crisi umanitaria con conseguenze imprevedibili;

J.  considerando che, secondo il comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali, il decreto n. 2294 del 6 aprile 2016 emesso da Nicolás Maduro, secondo cui in tutto il paese i dipendenti del settore pubblico non lavoreranno di mercoledì, giovedì e venerdì fintantoché persistono gli effetti del fenomeno "El Niño" sulla centrale idroelettrica Simón Bolívar, costituisce una grave violazione del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali, di cui il Venezuela è firmatario, e che ogni Stato il quale, in via temporanea o definitiva, chiuda un'università o un altro istituto didattico per motivi quali la sicurezza nazionale o la salvaguardia dell'ordine pubblico, tensioni politiche o qualsiasi altro motivo non in linea con il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali ha l'onere di giustificare una misura così grave in relazione a ciascuno degli elementi individuati nelle norme in materia di diritti umani;

K.  considerando che uno Stato che decida di sospendere, in via temporanea o definitiva, le attività didattiche in un'università o in qualsiasi altro istituto di insegnamento per motivi di sicurezza nazionale o di ordine pubblico, a causa di tensioni politiche o per qualsiasi altro motivo non figurante nel Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite ha l'obbligo di giustificare debitamente tali misure;

L.  considerando che il governo venezuelano, in qualità di membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dal 16 ottobre 2014, ha una particolare responsabilità per quanto concerne il rispetto dello Stato di diritto;

M.  considerando che l'opposizione democratica ha avviato un processo riconosciuto sul piano costituzionale che consente di revocare dall'incarico i funzionari pubblici che abbiano completato il 50 % del mandato e ha raccolto e consegnato al Consiglio nazionale elettorale 1,8 milioni di firme, un numero molto superiore alle 198 000 firme inizialmente richieste affinché tale processo fosse considerato legale e accettato costituzionalmente;

1.  esprime profonda preoccupazione per il grave deterioramento della situazione della democrazia e dei diritti umani in Venezuela;

2.  condanna fermamente l'uso dei poteri dello Stato, nello specifico del Consiglio nazionale elettorale e della magistratura, per falsare e ignorare decisioni legittimamente adottate dal legislatore rappresentato dall'Assemblea nazionale, pregiudicando così la volontà espressa dal popolo venezuelano il 6 dicembre 2015;

3.  invita il governo venezuelano a rispettare lo Stato di diritto e il principio della separazione dei poteri, elementi distintivi delle democrazie, nelle quali il rispetto e la supremazia del principio della separazione dei poteri dello Stato sono fondamentali per il loro buon funzionamento;

4.  esorta il governo venezuelano ad agire entro i limiti di una democrazia, concedendo la piena libertà ai prigionieri politici che sono stati arrestati arbitrariamente, con l'obiettivo di avviare un processo di riconciliazione nazionale basato sul dialogo, che consentirà, come primo passo, l'applicazione della legge di amnistia e di riconciliazione nazionale;

5.  chiede che le autorità rispettino e garantiscano il diritto a manifestare pacificamente, sancito dalla costituzione; respinge la repressione, l'uso eccessivo della forza e gli arresti arbitrari impiegati dalle forze di sicurezza dello Stato per reprimere le legittime rivendicazioni dell'opposizione democratica;

6.  ritiene che sia assolutamente prioritario ridurre gli attuali livelli elevati di impunità, fenomeno che aggrava e alimenta la violenza e l'insicurezza crescenti nel paese, nonché assicurare il rispetto dell'ordinamento giuridico vigente, il quale prevede che le vittime di rapimenti, omicidi e altri crimini commessi quotidianamente, come pure i loro familiari, ottengano giustizia;

7.  esige che le autorità venezuelane indaghino sul massacro di Tumeremo, in cui 28 minatori sono stati ignobilmente uccisi, al fine di assicurare alla giustizia gli autori e gli istigatori di tale crimine; chiede inoltre l'istituzione di una commissione di inchiesta internazionale indipendente per accertare le circostanze di tali uccisioni e anche della recente uccisione della giornalista Lucia Suárez, che è avvenuta nella stessa località e che si sospetta essere collegata alle precedenti;

8.  invita le autorità venezuelane a garantire la sicurezza e il libero esercizio dei diritti di tutti i cittadini, in particolare di difensori dei diritti umani, giornalisti, attivisti politici e membri di organizzazioni non governative indipendenti;

9.  esorta il governo e le autorità pubbliche del Venezuela a rispettare la costituzione e a facilitare, anziché ostacolare, le procedure e i meccanismi giuridici riconosciuti per attivare il processo elettorale previsto dalla costituzione venezuelana per mettere sotto accusa il presidente prima della fine del 2016;

10.  sollecita il governo venezuelano a regolarizzare gli orari lavorativi e scolastici in modo da ripristinare nel paese una situazione di normalità e di rispetto dei diritti sociali e del lavoro, nonché del diritto universale all'istruzione;

11.  esprime grave preoccupazione per il fatto che la crescente tensione sociale causata dalla scarsità di beni di base, come il cibo e i medicinali, sta innescando violenze e disagio sociale, e invita tutti i settori della società venezuelana a dar prova di moderazione affinché la situazione critica che sta attraversando attualmente il paese possa essere superata mediante una soluzione costituzionale, pacifica e democratica fondata sul dialogo;

12.  esorta il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a intercedere presso le autorità dei paesi dell'America latina e le organizzazioni regionali al fine di garantire che i meccanismi per il dialogo e la riconciliazione nazionale possano svolgere un ruolo di mediazione in Venezuela, e per sostenere una soluzione pacifica democratica e costituzionale della crisi che affligge attualmente il paese; chiede, inoltre, che l'UE mobiliti aiuti umanitari per aiutare il popolo venezuelano, se necessario;

13.  ricorda che è già stata approvata, ed è ancora in sospeso, la visita di una delegazione parlamentare; chiede, pertanto, che tale visita abbia luogo per poter assolvere al proprio mandato, ovvero fare un bilancio della situazione politica e sociale in Venezuela;

14.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al governo e all'Assemblea nazionale della Repubblica bolivariana del Venezuela, all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana e al Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani.