Proposta di risoluzione - B8-0726/2016Proposta di risoluzione
B8-0726/2016

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Venezuela

1.6.2016 - (2016/2699(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento

Javier Couso Permuy, Marina Albiol Guzmán, João Pimenta Lopes, Neoklis Sylikiotis, Miguel Viegas, João Ferreira, Eleonora Forenza, Paloma López Bermejo, Takis Hadjigeorgiou, Sofia Sakorafa a nome del gruppo GUE/NGL

Procedura : 2016/2699(RSP)
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B8-0726/2016

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Venezuela

(2016/2699(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visti il Capo 1, articolo 1, paragrafo 2, della Carta delle Nazioni Unite del 1945 e l'obiettivo ivi enunciato di sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto dei principi dell'uguaglianza dei diritti e dell'autodeterminazione dei popoli, nonché di adottare ogni altra misura atta a rafforzare la pace universale,

–  visti l'articolo 1 del Patto internazionale sui diritti civili e politici e l'articolo 1 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, i quali stabiliscono che tutti i popoli hanno il diritto all'autodeterminazione e che, in virtù di tale diritto, decidono liberamente il loro status politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale,

–  vista la dichiarazione del vertice dei capi di Stato e di governo della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (CELAC) e dell'UE-27, del gennaio 2013, in cui i firmatari ribadiscono il loro impegno a perseguire tutti gli obiettivi e i principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite e confermano il loro sostegno a tutti gli sforzi volti a difendere l'uguaglianza sovrana di tutti gli Stati e a rispettare la loro integrità territoriale e indipendenza politica,

–  vista la proclamazione dell'America latina e dei Caraibi a zona di pace, convenuta in occasione dei vertici CELAC tenutisi all'Avana (Cuba) nel 2014, a Belén (Costa Rica) nel 2015 e a Quito (Ecuador) nel 2016,

–  viste la dichiarazione politica e la dichiarazione di Bruxelles del vertice UE-CELAC dei capi di Stato e di governo del 10 e 11 giugno 2015, in cui i firmatari ribadiscono il loro impegno a perseguire tutti gli obiettivi e i principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite nonché la loro decisione di sostenere tutti gli sforzi volti a difendere l'uguaglianza sovrana di tutti gli Stati, a rispettare la loro integrità territoriale e indipendenza politica e ad appoggiare la risoluzione delle controversie con mezzi pacifici e nel rispetto della giustizia e del diritto internazionale, e preso atto che la CELAC ha dichiarato l'America latina e i Caraibi zona di pace,

–  visto il principio di non ingerenza sancito nella Carta delle Nazioni Unite,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  viste la rielezione, nell'ottobre 2015, della Repubblica bolivariana del Venezuela a membro del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani e le conclusioni dell'ultima revisione periodica universale sul Venezuela a cura del Consiglio per i diritti umani,

–  vista la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961,

–  vista la precedente dichiarazione rilasciata il 23 maggio 2016 dal Segretario generale dell'Unione delle nazioni sudamericane (UNASUR) a seguito della visita dell'UNASUR in Venezuela,

–  vista la dichiarazione del 21 maggio 2016 del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon,

–  vista la decisione della Corte suprema di giustizia del Venezuela riguardante la costituzionalità del decreto n. 2323, approvato dal governo, sullo stato di emergenza e di emergenza economica,

–  vista l'iniziativa del presidente Nicolás Maduro volta a creare e promuovere la commissione per la verità e il risarcimento delle vittime di violenza, nel rispetto dello Stato di diritto e del quadro costituzionale,

–  viste le precedenti dichiarazioni sulla situazione in Venezuela rese dal Mercosur, dall'UNASUR e dalla CELAC, in particolare le dichiarazioni di tutti e tre gli organismi che respingono le misure coercitive unilaterali degli Stati Uniti ai danni della Repubblica bolivariana del Venezuela,

–  viste le dichiarazioni sul Venezuela rese dal premio Nobel per la pace argentino Adolfo Pérez Esquivel e da Papa Francesco,

–  viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sul Venezuela, in particolare quella più recente resa dal suo portavoce in data 24 febbraio 2015,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul Venezuela, in particolare quelle del 24 maggio 2007[1], del 23 ottobre 2008[2], del 7 maggio 2009[3], dell'11 febbraio 2010[4], dell'8 luglio 2010[5], del 24 maggio 2012[6], del 27 febbraio 2014[7], del 18 dicembre 2014[8] e del 9 marzo 2015[9],

–  viste la comunicazione ufficiale del Segretario generale dell'UNASUR, del 28 maggio 2016, e le dichiarazioni precedentemente rese da Leonel Fernández, ex Presidente della Repubblica dominicana, in occasione di una visita da parte di un'équipe del Venezuela specializzata in questioni economiche,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che in Venezuela è in atto una guerra economica ad opera di alcuni settori, acuitasi negli ultimi mesi, che assume la forma di aumenti dei prezzi, contrabbando di merci e operazioni di accaparramento; che il Venezuela deve affrontare contemporaneamente le minacce interne ed esterne alla pace e alla sovranità nazionale, dal momento che si trova di fronte a problemi straordinari di ordine sociale, economico, politico, naturalistico e ambientale;

B.  considerando che il governo della Repubblica bolivariana del Venezuela ha denunciato a più riprese le azioni di destabilizzazione promosse dall'opposizione ai danni della pace e della stabilità democratica del paese e ai danni del popolo venezuelano, come avvenuto il 12 febbraio 2014 con la cosiddetta "operazione Gerico" – ossia un tentativo di colpo di Stato contro il governo democraticamente eletto, pianificato dall'opposizione di estrema destra e finanziato e sostenuto dal governo USA con l'aiuto di diversi alti ufficiali dell'esercito venezuelano –, e ha altresì denunciato l'aggravarsi, negli ultimi mesi, della guerra economica, la promozione di azioni violente contro civili, istituzioni pubbliche, esercito e polizia così come il sabotaggio dei servizi pubblici, episodi che hanno visto la partecipazione di leader dell'opposizione, tra cui il sindaco di Caracas Antonio Ledezma, María Corina Machado e Leopoldo López, i quali hanno commesso reati gravi e tentano ora di manipolare l'opinione pubblica internazionale per poter essere considerati "prigionieri politici";

C.  considerando che Antonio Ledezma è stato arrestato sulla base di un mandato emesso dal procuratore generale ed è stato accusato di cospirazione e associazione a delinquere per il suo presunto coinvolgimento nel complotto; che entrambi i reati di cui è accusato sono previsti e puniti ai sensi del codice penale venezuelano e della legge organica contro la criminalità organizzata e il finanziamento del terrorismo;

D.  considerando che la violenza orchestrata dall'estrema destra venezuelana ha contribuito all'omicidio di una serie di figure di spicco del Partito socialista unito del Venezuela (PSUV) – Omar Arcadio Guararima e Jhonny Rodríguez nel 2013, Juancho Montoya, Eliézer Otaiza, Efraín Enrique Larreal e Robert Serra nel 2014, Dimas Gómez Chirinos, César Cristóbal Grisel Salazar, José Coraspe e Jean Carlos Añanguren nel 2015, Alfredis José Escandela Sánchez, Ricardo Durán, César Vera e Marco Tulio Carrillo nel 2016, per non parlare del recente assassinio violento, avvenuto il 28 maggio di quest'anno, del Maggiore generale dell'esercito in pensione ed ex comandante della Milizia nazionale bolivariana, Félix Velásquez, morto a Caracas per ferite da arma da fuoco; che il ministro degli Interni, della giustizia e della pace Gustavo González López ha riferito che due delle persone arrestate in quanto sospettate dell'assassinio sono membri attivi della polizia di Chacao, una forza che risponde al sindaco di Caracas, un sostenitore dell'opposizione;

E.  considerando che nel dicembre 2014 il presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha annunciato un progetto di legge che impone al Venezuela sanzioni unilaterali ed extraterritoriali, progetto approvato dal Senato statunitense prorogando fino al 2019 le sanzioni unilaterali ed extraterritoriali applicate dagli Stati Uniti contro il popolo e il governo bolivariano del Venezuela; che tutti i 33 paesi dell'America latina e dei Caraibi hanno condannato e respinto tali sanzioni unilaterali imposte dagli USA al Venezuela; che, nella dichiarazione di Bruxelles del secondo vertice UE-CELAC, i capi di Stato e di governo dell'UE hanno preso atto del rifiuto, da parte della CELAC, delle sanzioni statunitensi contro la Repubblica bolivariana del Venezuela; che il governo del Venezuela ha reagito con l'annuncio di un pacchetto di misure per dare attuazione agli articoli della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche;

F.  considerando che il 10 maggio 2016, a Strasburgo, il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini ha chiesto, con tono interventista e allarmante, il sostegno del Parlamento europeo al fine di mettere in pratica una "qualsiasi soluzione utile" per la situazione in Venezuela;

G.  considerando che il 17 maggio 2016, in occasione della riunione EuroLat a Lisbona, il vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha invitato l'Unione a intervenire in Venezuela;

H.  considerando che uno dei fattori alla base dell'attuale destabilizzazione del Venezuela è stato e continua a essere il finanziamento multimilionario che le agenzie statunitensi, come USAID e la Fondazione nazionale per la democrazia, erogano da oltre 12 anni alle organizzazioni e ai partiti politici antigovernativi; che il presidente Obama ha autorizzato un fondo speciale, del valore di 5,5 milioni di USD, per finanziare gruppi antigovernativi in Venezuela tramite il Dipartimento di Stato americano;

I.  considerando che nel febbraio 2014 è stato avviato il piano denominato "La Salida" ("L'uscita"), con una manifestazione organizzata da studenti che hanno risposto a un appello dei partiti politici di destra e di estrema destra, degenerata in violenze protrattesi per diversi mesi il cui chiaro intento era destabilizzare il governo democraticamente eletto del Venezuela; che 43 persone sono rimaste uccise e 878 sono state ferite tra febbraio e giugno 2014; che tale strategia non è nuova, poiché lo scenario è simile a quello del colpo di Stato del 2002 e alle violenze che sono scaturite dopo l'elezione democratica del presidente Maduro nell'aprile 2013; che all'epoca i leader dell'opposizione si sono rifiutati di riconoscere l'esito delle elezioni e, da quel momento, hanno inasprito ripetutamente il livello delle violenze; che la notte delle elezioni 11 venezuelani, tra cui due bambini, sono morti in conseguenza di attacchi contro i festeggiamenti bolivariani;

J.  considerando che il Comité de Víctimas de la Guarimba y el Golpe Continuado (comitato venezuelano delle vittime delle barricate e del colpo di Stato continuo), costituito dalle vittime delle violenze e dai loro familiari, ha chiesto alla comunità internazionale di evitare la strumentalizzazione politica dei diritti umani e di non cooperare con gli esponenti politici venezuelani che tentano di nascondere o manipolare gli atti di violenza e di odio che interessano il Venezuela dal febbraio 2014; che i parenti delle vittime hanno chiesto l'avvio dell'azione penale contro i responsabili e la fine dell'impunità per le violazioni dei diritti umani nel paese;

K.  considerando che, su richiesta e iniziativa del presidente Maduro, nel maggio 2016 è stato istituito un comitato dell'UNASUR allo scopo di proseguire gli sforzi di promozione del dialogo tra il governo del Venezuela e l'opposizione, in modo da affrontare le questioni importanti per il paese; che nel gruppo responsabile del programma del dialogo figurano l'ex primo ministro spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero, l'ex presidente panamense Martín Torrijos e l'ex presidente della Repubblica dominicana Leonel Fernández; che, in tale contesto, il Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha incoraggiato le iniziative in corso avviate dagli ex capi di Stato e di governo al fine di promuovere il dialogo tra il governo del Venezuela e l'opposizione, sotto l'egida dell'UNASUR;

L.  considerando che nella maggior parte dei media nazionali e internazionali la situazione in Venezuela è presentata in modo unilaterale; che attraverso la manipolazione delle informazioni, in particolare con i social network, vengono diffuse voci e notizie false sul Venezuela, ad esempio riguardo a una presunta crisi umanitaria, in modo da giustificare un intervento contro il paese;

M.  considerando che Adolfo Pérez Esquivel, vincitore del premio Nobel per la pace, ha chiesto a più riprese di difendere la democrazia in Venezuela da ogni tentativo di destabilizzare il governo, avvertendo che i tentativi di colpo di Stato in America Latina vengono attuati tramite metodologie nuove e denunciando le multinazionali della comunicazione, quali CNN e Fox News, che trasmettono propaganda di guerra in nome della pace e odio in nome della libertà;

N.  considerando che negli ultimi 15 anni si sono svolte in Venezuela 20 elezioni diverse; che le ultime elezioni parlamentari sono state vinte dall'opposizione, a dimostrazione della falsità della tesi secondo cui la democrazia sarebbe inesistente in Venezuela; che, malgrado le elezioni democratiche, una parte dell'opposizione rifiuta sempre di riconoscere la legittimità del governo; che nelle ultime elezioni l'opposizione ha opportunisticamente riconosciuto i risultati e ha chiesto il rispetto della Costituzione del Venezuela nonostante la sua perenne opposizione ad essa; che la Costituzione della Repubblica bolivariana del Venezuela prevede meccanismi di democrazia partecipativa, quali la possibilità di indire un referendum per revocare il mandato del presidente;

O.  considerando che l'estrema destra in Venezuela tenta di sviare l'opinione pubblica dichiarando che il Consiglio elettorale nazionale blocca il referendum di revoca; che l'opposizione ha avuto la possibilità di avviare il processo il 10 gennaio 2016, ma per qualche motivo non lo ha fatto e ha aspettato invece l'ultimo momento per presentare richiesta, nonostante fosse cosciente di tutte le fasi da seguire; che l'estrema destra non ha seguito la procedura e ora critica il Consiglio elettorale nazionale perché, in modo opportunistico, intende adattare la legge ai propri interessi;

P.  considerando che l'estrema destra ha tentato di far approvare una legge sull'amnistia che, se esistesse in alcuni paesi europei, significherebbe il rilascio di assassini e terroristi; che, invece, secondo l'estrema destra la legge servirebbe a rilasciare i prigionieri politici; che coloro che sono detenuti in Venezuela sono responsabili di reati commessi contro il popolo venezuelano e il suo governo legittimo, dell'uccisione di cittadini durante le guarimba e di altri atti terroristici;

Q.  considerando che la Repubblica bolivariana del Venezuela è stata eletta, con ampio sostegno, membro del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani; che il Venezuela ha accettato il 97% delle raccomandazioni dell'ultima revisione periodica universale del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani; che l'80% delle raccomandazioni era direttamente applicabile e che lo Stato venezuelano si è impegnato ad attuare le altre raccomandazioni accolte; che nell'ottobre 2014 il Venezuela è stato anche eletto a uno dei cinque seggi a rotazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per il periodo 2015-2016, con 181 voti a favore su 193 paesi membri dell'ONU; che il 6 e 7 novembre 2014 lo Stato venezuelano è comparso dinanzi al Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura, che ha valutato il suo rispetto della convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti;

R.  considerando che tra il 2006 e il 2013 il Venezuela ha guadagnato tredici posizioni nell'indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite, attestandosi al 71° posto su 187 paesi; che negli ultimi dieci anni il governo venezuelano ha aumentato la spesa sociale di oltre il 60,6%; che il Venezuela è al momento il paese con il minor livello di disuguaglianze nella regione;

S.  considerando che, secondo la Commissione economica delle Nazioni Unite per l'America Latina (CEPAL), il Venezuela ha ridotto in modo significativo l'indice di povertà e ha aumentato la speranza di vita; che il livello di povertà estrema è sceso al minimo storico del 5,4% nel 2015, rispetto al 21 % del 1998; che l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) ha espresso compiacimento al governo venezuelano per la riduzione significativa del numero di persone che soffrono di malnutrizione, il che ha permesso al paese di realizzare uno degli obiettivi di sviluppo del millennio dell'ONU;

T.  considerando che il Venezuela è il quinto paese al mondo per esportazioni di petrolio e detiene le maggiori riserve accertate di petrolio a livello mondiale; che, secondo il progetto di bilancio per il 2015, il 38% della spesa pubblica sarà destinato a investimenti sociali, tra cui istruzione, edilizia residenziale e sviluppo urbano, sanità, sicurezza sociale, cultura, comunicazioni e scienza e tecnologia, per un ammontare pari all'8,2 % del PIL del Venezuela;

U.  considerando che il Venezuela è oggetto di una grave aggressione da parte di Stati Uniti e UE a livello politico, diplomatico, finanziario, economico e mediatico, e, allo stesso tempo, deve affrontare il fenomeno de "El Niño" che negli ultimi tre anni ha provocato scarse precipitazioni, circostanza che si è tradotta in un aumento delle zone colpite da siccità e temperature elevate; che, in conseguenza di ciò, è diminuito il livello delle acque della diga di Guri, il che ha contribuito alla crisi energetica del paese; che l'economia del Venezuela risente del calo dei prezzi del petrolio, mentre il governo si sta impegnando a mantenere il modello sociale esistente e tutti i progressi sociali conseguiti;

V.  considerando che, alla luce delle circostanze eccezionali in cui si trova il Venezuela, il presidente Maduro ha deciso di emanare il decreto n. 2323 sullo stato di emergenza e di emergenza economica, che ha già prodotto alcuni risultati positivi in termini di difesa dei diritti dei lavoratori, delle popolazioni indigene e dei pensionati, che rappresentano alcuni dei gruppi colpiti delle attuali circostanze eccezionali;

W.  considerando che è stato avviato un dialogo tra i rappresentanti del governo della Repubblica bolivariana del Venezuela e l'opposizione, con la mediazione di José Luis Rodríguez Zapatero, Leonel Fernández and Martín Torrijos;

 

1.  condanna fermamente la costante campagna di destabilizzazione contro la Repubblica bolivariana del Venezuela, portata avanti mediante atti di violenza in un quadro simile al precedente tentativo di colpo di Stato del 2002; insiste che l'interventismo contro la sovranità del Venezuela, lungi dal far spazio al dialogo e alla pace, incoraggia posizioni estreme che non rientrano nell'ordinamento istituzionale e costituzionale del paese;

2.  denuncia le notizie di una presunta crisi umanitaria in Venezuela, che hanno lo scopo di promuovere una campagna internazionale a favore dell'intervento;

3.  si rammarica profondamente della perdita di vite umane ed esprime il suo cordoglio ai familiari di quanti sono rimasti vittime dell'ira dell'opposizione; chiede che i responsabili di tali crimini, o coloro che istigano a commetterli, rispondano dei loro atti; esprime il suo rispetto per il sistema giudiziario della Repubblica bolivariana del Venezuela e, pertanto, respinge qualsiasi interferenza nei procedimenti giudiziari in corso a livello nazionale;

4.  deplora l'esperienza acquisita in materia di colpi di Stato da alcuni esponenti dell'opposizione, ad esempio Antonio Ledezma, María Corina Machado e Leopoldo López, che in precedenti occasioni si sono posti al di fuori del quadro democratico tentando di violare l'ordine costituzionale venezuelano;

5.  ribadisce il suo pieno appoggio e la sua solidarietà al popolo venezuelano, al processo bolivariano e al presidente eletto Nicolás Maduro; ribadisce il pieno rispetto del principio di non intervento negli affari interni degli Stati, conformemente al diritto internazionale; esprime profondo rammarico per qualsiasi interferenza da parte dell'UE o di qualsiasi altro paese negli affari interni di paesi terzi, nonché per le dichiarazioni più recenti di Federica Mogherini e Antonio Tajani; condanna altresì, in tal contesto, la decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni contro il Venezuela;

6.  denuncia l'uso pretestuoso dei diritti umani per fini politici da parte del Parlamento europeo, in particolare nel caso del Venezuela; rammenta che la presente è la decima risoluzione del Parlamento su questo paese dal 2007 e che la maggior parte delle risoluzioni precedenti sono state presentate nell'imminenza di elezioni o in concomitanza con un processo di destabilizzazione; mette in guardia dal fatto, di cui è fermamente convinto, che esiste l'intenzione di utilizzare il Parlamento europeo quale terreno di manipolazione dove le questioni nazionali venezuelane sono sfruttate a servizio della campagna elettorale spagnola, il che risponde agli interessi politici di determinati partiti di tale paese e non ha niente a che vedere con le priorità dell'UE, la quale dovrebbe incentrare i propri sforzi sulla risoluzione dei gravi problemi politici e sociali che gravano sui suoi cittadini e il suo territorio;

7.  denuncia gli obiettivi antidemocratici e insurrezionali della campagna di destabilizzazione; sottolinea l'interesse imperialistico degli Stati Uniti di assicurarsi l'accesso alle risorse petrolifere del Venezuela, nonché il loro obiettivo politico di compromettere i paesi dell'Alleanza bolivariana delle Americhe – Trattato di commercio dei popoli (ALBA-TCP);

8.  sostiene i principi contenuti nella proclamazione dell'America latina e dei Caraibi quale zona di pace e sollecita l'intera comunità internazionale a rispettare pienamente tale proclamazione nelle sue relazioni con i paesi della CELAC, compreso l'impegno a non intervenire direttamente o indirettamente negli affari interni di un altro Stato e a rispettare i principi della sovranità nazionale, della parità dei diritti e dell'autodeterminazione dei popoli;

9.  sottolinea che il dialogo con i paesi terzi non dovrebbe in nessun caso comportare l'imposizione di restrizioni al diritto dei popoli all'autodeterminazione; deplora il fatto che l'UE e gli Stati membri diano troppo spesso la priorità a considerazioni di natura diplomatica, politica o economica, più che ai diritti umani, approccio che è anche all'origine di una politica caratterizzata dall'applicazione di diversi pesi e misure e in contrasto con una visione universale dei diritti umani; si oppone a qualsiasi scenario analogo a quelli di Iraq, Afghanistan, Siria e Libia che, generati con il pretesto di portare la democrazia e i diritti umani, hanno fatto sì che intere regioni siano piombate in una situazione di distruzione, guerra, caos e crisi umanitaria;

10.  deplora il contributo apportato dalla maggioranza dei media internazionali alla diffusione di voci e informazioni infondate allo scopo di creare un clima di violenza e destabilizzazione a danno del governo venezuelano; rammenta che la libertà di informazione è un diritto umano fondamentale e invita i media internazionali ad agire responsabilmente e a trattare gli eventi in modo equo, fedele ed equilibrato, a differenza di quanto avviene ora;

11.  condanna il progetto di legge sull'amnistia proposto dall'estrema destra in Venezuela, principalmente per ottenere il rilascio di assassini, terroristi e individui colpevoli della morte di innocenti;

12.  esprime profonda solidarietà al Venezuela e all'America latina per il fenomeno El Niño e le sue enormi ripercussioni in Venezuela; rivolge un appello risoluto alla solidarietà internazionale perché le regioni colpite da questo fenomeno naturale ricevano aiuto e sostegno;

13.  accoglie con favore l'attuazione di politiche di inclusione sociale in Venezuela basate sulla responsabilità sociale e la giustizia, l'uguaglianza, la solidarietà e i diritti umani, in quanto hanno concorso a ridurre le disuguaglianze nel paese, specialmente per quanto concerne le misure di sviluppo sociale e i progressi significativi registrati nella riduzione della povertà e nel settore dell'istruzione, tra cui l'eliminazione dell'analfabetismo nel 2005 e l'incremento degli studenti nell'ambito dell'istruzione superiore;

14.  rammenta l'importanza del ruolo del Venezuela nella creazione e nel rafforzamento di un processo di cooperazione e di integrazione a vantaggio dei popoli dell'America latina; sottolinea i progressi significativi conseguiti nell'integrazione e cooperazione regionale a favore dei popoli dell'America latina; plaude agli importanti risultati conseguiti dall'ALBA-TCP e dalla CELAC nei settori della sanità, dell'istruzione, della cultura e dell'integrazione finanziaria;

15.  riconosce che i paesi membri dell'ALBA-TCP sono consapevoli dell'impegno profuso dal governo venezuelano nella promozione e nella tutela dei diritti umani, della giustizia e della pace e nell'intento di frenare i piani internazionali di intervento contro il Venezuela, che minacciano la stabilità non solo della loro nazione sorella, ma dell'intera regione;

16.  sostiene la dichiarazione di Eurolat rilasciata a Lisbona in occasione del vertice del 16-18 maggio 2016, che, in riferimento alle sfide cui si trovano a far fronte determinati paesi membri dell'associazione biregionale, esprime preoccupazione per le conseguenze politiche, economiche e sociali della crisi economica su molti paesi europei e dell'America latina e che, per quanto concerne la crisi venezuelana, raccomanda di individuare un punto di incontro a partire dal quale i rappresentanti del governo, dell'Assemblea e dei partiti politici possano collaborare nella ricerca di soluzioni nel quadro della costituzione venezuelana;

17.  accoglie con favore l'iniziativa promossa dal presidente Maduro, con il sostegno dell'UNASUR, allo scopo di avviare un dialogo tra i rappresentanti del governo della Repubblica bolivariana del Venezuela e l'opposizione, e appoggia il ruolo assunto dall'UNASUR, che difende quali pilastri di tale dialogo il benessere di tutti i cittadini, la pace, la giustizia, la verità, le buone relazioni istituzionali, il rafforzamento dell'economia, la difesa dello Stato di diritto, la democrazia e il rispetto della sovranità nazionale; segnala che il primo incontro si è tenuto nella Repubblica dominicana alla presenza degli ex primi ministri e presidenti José Luis Rodríguez Zapatero (Spagna), Leonel Fernández (Repubblica dominicana) e Martín Torrijos (Panama);

18.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al governo della Repubblica bolivariana del Venezuela, al parlamento del Mercosur, all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana e agli organismi regionali latinoamericani tra cui UNASUR, ALBA-TCP e CELAC.